Omaggio a Israele
Boualem Sansal: “Con il suo ultimo libro Giulio Meotti ha dato un saggio consiglio a tutta l’Europa”
Pubblichiamo un estratto della lettera aperta che Boualem Sansal, l’algerino autore del romanzo “2084”, ha scritto nel nuovo libro di Giulio Meotti in uscita, “Israele. L’ultimo stato europeo” (13 euro, 172 pp., Rubbettino)
Signor Meotti,
complimenti per il suo libro “Israele, l’ultimo Stato europeo”. Ha reso un bell’omaggio a Israele e al suo popolo e ha dato un saggio consiglio a tutta l’Europa. Posso dirle che la sua opera arriva al momento giusto. I tempi sono turbolenti, la gente è inquieta e ha bisogno di chiarezza. Il suo libro dà risposte, dona una visione vivificante di Israele, non solo per le sue incredibili qualità ma anche perché è una sorta di avamposto d’Europa in medio oriente, un bastione inespugnabile dei valori dell’Illuminismo che l’hanno fondata e la sua opera mostra tutto questo. Ma, ahimè per se stessa e per il mondo intero, l’Europa di oggi si sta comportando male, molto male, i suoi Lumi stanno svanendo sotto la pressione di diversi fenomeni. Innanzitutto l’islamismo che la sta sommergendo sotto le tenebre in molti dei suoi territori e la degrada gravemente. L’arrivo in massa di migranti provenienti dal medio oriente, dal Maghreb e dall’Africa che l’Europa non può integrare, né aiutare a tornare nei loro paesi di origine e vengono lasciati vergognosamente ristagnare nella precarietà, fonte di grandi mali. La globalizzazione, alla quale fa difficoltà ad adattarsi pienamente per il semplice fatto che è poco sicura dei propri valori e delle proprie ambizioni di potenza mondiale. Il fatto è che l’Europa, come sostiene il filosofo Michel Onfray, dà dei segnali inquietanti di erosione, di decadenza, e impotente vede lo svilupparsi al suo interno di un antisemitismo violento e di una denigrazione permanente di Israele.
Siamo al punto che molti ebrei preferiscono lasciare l’Europa per vivere in Israele. Che passo indietro, gli ebrei fuggono di nuovo dall’Europa per cercare pace e sicurezza in un paese che attorno ha solo nemici, i quali come unico pensiero coltivano la volontà di trovare il modo di distruggerlo e di gettarne il cadavere in mare. Non è nell’interesse di nessuno che quest’aberrazione continui. Anche io, come lei, sono convinto che l’Europa possa solo guadagnarci dal promuovere dei rapporti più sinceri e stretti con Israele. Questo riavvicinamento gioverebbe a tutti, anche ai palestinesi che nell’Europa troverebbero un avvocato ascoltato da Israele. E’ da irresponsabili lasciare che, per avere un futuro, facciano affidamento sull’Iran e sulle dittature arabe. Lo spirito di questi schiavisti è talmente malato che la stessa morte non li vuole. Sono convinto che il loro futuro sia con Israele, in una partnership tripartita Palestina-Israele-Europa.
C’è un grosso lavoro di pedagogia politica da fare affinché l’Europa integri nel suo processo di rinnovamento una partnership intensa con Israele. Questo paese ha conosciuto e risolto con felicità tutti i problemi che oggi percorrono l’Europa. L’Europa ha tanto da apprendere e molto da dare a Israele, questo sarebbe un importante contributo per la promozione della pace nel vicino e medio oriente. Questo paese è un miracolo, bisogna approfittarne e imparare. Dopo tutti i mali che sono stati inflitti al suo popolo con l’idea di eliminarlo dalla faccia della terra, che Israele ancora esista è un miracolo. Che abbia realizzato, a partire dalla sua creazione nel 1948, tante imprese tecniche, scientifiche, economiche e culturali è un altro immenso miracolo. Che il popolo israeliano resista a tante minacce multiformi e arrivi a mantenere al suo interno una società brulicante di vita, d’inventiva, di creatività, è un altro enorme miracolo. Per riprendere una celebre pubblicità di un lubrificante per automobili che diceva: “Mettete una tigre nel vostro motore”, io consiglierei all’Europa: “Mettete un po’ di Israele nel vostro rinnovamento”.