Nelle pagine segrete del suo diario, la normalità negata di Anna Frank
"Kitty" continua a rivelare di sé, e della ragazza che l'ha scritto, nuove sfumature. Sono state pubblicate due parti inedite, con una manciata di barzellette "spinte" e alcuni pensieri sul sesso della ragazza simbolo della Shoah
Il diario di Anna Frank – che lei aveva soprannominato Kitty – è uno dei libri più letti al mondo. La sua prosa adolescenziale ha generato sceneggiature di Hollywood, spettacoli e graphic novel. Ma Kitty continua a rivelare di sé, e della ragazza che l'ha scritto, nuove, inedite sfumature. Ieri sono state pubblicate due pagine finora segrete, contenenti una manciata di barzellette "spinte" (che oggi suonano comunque piuttosto innocenti) e alcuni suoi pensieri sul sesso. Due pagine nascoste che celano le curiosità e le scoperte di un'adolescente, dall'arrivo del ciclo ai rapporti tra uomini e donne, passando per la prostituzione e per la possibile omosessualità dello zio materno Walter. A rivelare il contenuto di quelle righe è stata la Fondazione Anna Frank che ha ricostruito il testo nascosto, grazie ad un lavoro durato due anni e all'uso di una tecnologia di imaging all'avanguardia. Anna aveva ricoperto le pagine con una carta marrone gommata – apparentemente per nascondere le sue riflessioni più "osé" alla sua famiglia, anche se nelle prime pagine del diario, la giovanissima autrice manifesta l'intenzione di non permettere mai che altri lo leggano.
Queste parti furono scritte il 28 settembre 1942, non molto tempo dopo che la tredicenne andò a nascondersi. "Userò questa pagina per scrivere 'battute sporche'", ha scritto Anna sopra una manciata di frasi barrate. E ha annotato quattro barzellette che conosceva, oltre ad alcune delle sue poche conoscenze di quella che oggi porebbe essere chiamata "educazione sessuale". Una battuta dice: "Sai perché le ragazze tedesche della Wehrmacht sono in Olanda? Come materassi per i soldati".
The @annefrankhouse , with @HuygensING and @NIODAmsterdam, today presented the hidden text on two pages covered up with gummed paper in the first #diary of #AnneFrank, with its red checked cover. Thanks to new technology the text on the hidden pages has now been made legible. pic.twitter.com/cw9z0JnNFI
— Anne Frank House (@annefrankhouse) 15 maggio 2018
Anna Frank si nascose in un alloggio segreto nella sezione non utilizzata della ditta del padre, Otto Frank, il 5 luglio 1942, circa un mese dopo aver ricevuto un diario per il suo tredicesimo compleanno. Con la sua famiglia e i loro amici, i Van Pels, sopravvissero per quasi due anni, in punta di piedi nei bui, umidi confini dell'"achterhuis" prima di essere scoperti dai nazisti. Anna morì di malattia nel campo di sterminio di Bergen-Belsen nel 1945, l'anno in cui finì la guerra. Suo padre, l'unico sopravvissuto della famiglia, pubblicò il diario nel 1947.
"Anne Frank scrive sulla sessualità in modo disarmante", ha dichiarato Ronald Leopold del museo della casa di Anna Frank ad Amsterdam. "Come ogni adolescente, è curiosa su questo argomento". Anche Frank van Vree, direttore dell'istituto olandese per la guerra, l’Olocausto e gli studi sul genocidio (Niod), che ha aiutato a decifrare le pagine, dice che "chiunque legga i passaggi che sono stati scoperti non sarà in grado di sopprimere un sorriso. Le battute 'sporche' sono classiche tra i bambini in crescita: chiariscono che Anna, con tutti i suoi doni, era anche e soprattutto una ragazza normale". Il Museo di Anna Frank ha spiegato la decisione di pubblicare quelle pagine, che Anna voleva chiaramente mantenere nascoste, è dovuta al fatto che il suo diario – un patrimonio mondiale dell'Unesco – ha un interesse accademico enorme. Ma ha anche detto che le pagine "non alterano l'immagine" che abbiamo di lei. "Nel corso dei decenni, Anna è cresciuta fino a diventare il simbolo mondiale dell'Olocausto. Ma l'Anna "ragazza" è svanita sempre più sullo sfondo. Questa scoperta riporta in primo piano l'adolescente" che c'è dietro al diario più famoso del mondo. Quella ragazza che, nonostante l'orrore, continuava a scrivere: "Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora".