Abbiamo sempre tutti bisogno di qualcuno che ci racconti una storia
I romanzi condensati di storielibere.fm, da ascoltare
Chi ha detto che la grande letteratura è solo scritta? E che le serie siano solo quelle tv? Dalle grotte di Lascaux a Netflix, da Omero a Martin Scorsese, da Gutenberg a Zuckerberg, di epoca in epoca è cambiato tutto quel che poteva cambiare – mezzi, linguaggi, dispositivi, platee – ma che si tratti di immagini o di parole, di sofisticatezze digitali o di caverne puzzolenti, di grande letteratura o di piccolo intrattenimento, l’uomo è sempre lo stesso: deve raccontare. E se in principio fu la Grande Narrazione, alla fine fu l’Immensa Perdita di tempo, perché indubbiamente Giacomo Leopardi aveva meno da fare di noi, che abbiamo a che fare con gli smartphone che deconcentrano, i figli che pretendono, le mail che urgono, i feed, il fluens e il superfluens. Ma se il tempo vivo a nostra disposizione per leggere è sempre più povero, bisogna pensare ad arricchire quello morto. Così, senza cedere a elegie olfattivo-passatiste (“uh, l’odore della carta!”) o a scriteriati nuovi vecchi funerali (“il romanzo è morto, viva il romanzo!”), la produttrice e autrice Rossana De Michele ha avuto una radiosa intuizione svincolata da ogni retorica e ha capito che se la letteratura vuole avere un futuro è inevitabile farlo passare anche attraverso gli strumenti tecnologici di uso quotidiano come gli smartphone, i computer, i lettori mp3 e i tablet. E si è inventata storielibere.fm: una piattaforma gratuita on demand di serie letterarie in formato podcast audio, con file ottimizzati per essere scaricati e ascoltati in streaming o in download su iTunes, Google podcast e Spotify.
“C’erano dei precisi bisogni editoriali,” racconta De Michele, “e li abbiamo individuati. Nel presentare il progetto alla Fiera del Libro di Torino, a maggio scorso, ho capito che a quei bisogni avremmo dato una risposta”. Online dal 2 giugno, storielibere.fm offre eterogenea narrativa portatile con cui riempire tutte le possibili (multi)tasche digitali e ha un sottotitolo che recita “scritto a voce”, proclamandone un’inconfondibile caratteristica: è tutta letteratura. Ossia, quello che si scarica e si ascolta è stato scritto, pensato, ponderato con la stessa cura che se fosse destinato alla pagina. “Non c’è taglio giornalistico o radiofonico,” precisa De Michele. “E anche nei podcast di natura scientifico-divulgativa, l’attenzione è alla narrazione. Sono romanzi, ma scritti senza romanzare”. Romanzi firmati da quelli che lei chiama narratori militanti. “Milita chi porta la propria voce, chi si fa forte di una credibilità, chi è testimone diretto della passione raccontata con la propria inflessione, con le corde vocali e coi respiri. Tutto racconta”. E se audio deve essere, sia anch’esso narrativo: il sound design è stato pensato perché fosse davvero efficace e non solo truppa di complemento acustico, perché sorreggesse le parole contribuendo a leggerle, a illuminarle e a colorarle, facendo da scenografia e da punteggiatura, qua ombra scarna, là plastica sostanza. “Unica regola: non si fanno mai chiacchiere. Né si sbrodola, né si tira via. Quello che la gente ascolta è tutta polpa”.
Romanzi condensati, dunque. Da ascoltare mentre si guida o si fanno le pulizie, incalzanti, avvincenti, a puntate, che volano avanti e indietro nel tempo come il mini-kolossal in sei episodi di Riccardo Gazzaniga, intitolato “A pugni chiusi”, nato da un post su Facebook tradotto in dieci lingue. Racconta le Olimpiadi di Messico 1968, l’anno in cui storia e politica si diedero appuntamento al cospetto di un podio su cui due atleti neri, Tommy Smith e John Carlos, scesi per la prima volta sotto i 20 secondi in una finale dei 200 metri, alzarono il pugno chiuso al momento della premiazione. Tra loro e con loro, un velocista bianco di nome Peter Norman, che pagherà a caro prezzo il sostegno dato ai due. L’epilogo lo trovate nell’ultimo episodio, in cui Gazzaniga insegue e scova i destini dei protagonisti della sua storia proprio come si fa nei romanzi, da Charles Dickens a Boardwalk Empire. Con mezzi nuovi, storielibere.fm rafforza un’antica convinzione: avere qualcuno che ci racconta una storia mentre siamo sull’autobus per andare al lavoro magari non ci salverà la vita. Ma la giornata, quella sì.