E Andromeda cambia sesso
Nel reboot dei “Cavalieri” è diventato una donna, perché?
Roma. Deludere i fan quando decidi di buttarti sul reboot dei Cavalieri dello Zodiaco, tratto dal manga capolavoro di Masami Kurumada, è facile. Probabilmente anche se fosse ben fatto, le critiche dei puristi arriverebbero lo stesso, ma azzardarti a cambiare genere a uno dei personaggi chiave della trama è imperdonabile. Ne sa qualcosa Eugene Son, produttore e sceneggiatore della nuova versione di Saint Seiya che andrà in onda su Netflix, costretto a chiudere il suo account Twitter dopo giorni di sacrosante polemiche. Nella nuova versione dei Cavalieri, Shun di Andromeda – quello con l’armatura rosa, i cui tratti più delicati sono stati per anni associati impropriamente alla natura femminile – è diventato una donna.
Le motivazioni fornite su Twitter da Son dopo l’uscita del trailer ufficiale su Netflix non hanno convinto i fan dei Cavalieri, che lo hanno duramente attaccato (e il cambio di sesso di Andromeda è il principale ma non l’unico motivo di disappunto): “La responsabilità è tutta mia. Quando abbiamo iniziato a sviluppare la nuova versione, volevamo cambiare molto poco… Solo una cosa mi preoccupava: i Cavalieri di bronzo al fianco di Seiya Pegasus sono tutti maschi. La serie ha sempre avuto dei personaggi femminili fantastici, forti e dinamici, e questo si riflette nell’enorme numero di donne appassionate al manga e all’anime di Saint Seiya”.
Ma trent’anni fa, quando la serie è nata, ha spiegato Son, “che ci fosse un gruppo di ragazzi – ma senza ragazze – impegnato a salvare il mondo non era un grosso problema. Oggi il mondo è cambiato. Che ragazzi e ragazze lavorino fianco a fianco è la normalità, siamo abituati a vederlo. Giusto o sbagliato, il pubblico avrebbe interpretato il gruppo di soli uomini come una dichiarazione di intenti”.
Quindi, secondo Son, cambiare “molto poco” significa cambiare sesso a uno dei personaggi. Tra l’altro, come osserva Ivo De Palma, storico doppiatore e voce italiana di Pegasus, la scelta è discutibile per molte ragioni, non solo di fedeltà alla storia originale. “I motivi – ha detto De Palma in un video sul suo canale YouTube – in parte sono di marketing, per avvicinare più pubblico femminile a una serie tradizionalmente da maschietti. E poi c’è anche questa questione del politically correct che agli americani sta sempre molto a cuore, per cui possibile che tra questi orfanelli non ci fosse ameno una donna che potesse far parte del gruppo ristretto di campioni devotissimi e fortissimi?”, cioè i cavalieri di bronzo.
Tuttavia la scelta “è discutibile anche perché se è politically correct inserire una donna tra i ‘bronzini’, forse non lo è tanto inserire proprio Andromeda come donna, perché si dà per scontato che alcune caratteristiche della personalità di Andromeda siano comunque spiccatamente più femminili che maschili. E questo in un mondo di macho naturalmente è così, ma non nel mondo che faticosamente si cerca di promuovere, invece, in cui anche un uomo può essere delicato, sensibile, con le lacrime agli occhi, senza per questo essere considerato una femminuccia”. Insomma, dice De Palma, “sarebbe stata una scelta più coraggiosa – se proprio vogliamo inserire una donna e cambiare sesso a un personaggio – scegliere un altro personaggio”.
Oltretutto, se dovessimo aggiornare tutti gli anime e i manga, non resterebbe in piedi una storia originale. Servirebbero una Mazinga donna, un Goldrake al femminile, per non dire che “Holly & Benji” dovrebbe avere uno spin off incentrato su due donne calciatrici. Le pari opportunità e il rispetto per le donne sono un conto, un altro conto è trasformare tutto in un piagnisteo politicamente corretto.
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