L'inganno dell'occidente
Parla lo scrittore Shafique Keshavjee: “L’islamizzazione si annida in una civiltà che coltiva l’odio di sé”
A giudicare dai titoli che Shafique Keshavjee ha pubblicato in Italia con Einaudi non si direbbe proprio quel tipo “lì”, uno che si mette a scrivere un saggio sulla conquista islamica dell’occidente. “Il profeta e la principessa”, il primo romanzo di Keshavjee uscito per lo Struzzo, è la storia di una bambina della casta degli intoccabili che vive di elemosina nella Bombay dei nostri giorni. Che cosa succede quando un ateo, un buddhista, un induista, un islamico, un ebreo e un cristiano sono chiamati a confrontarsi sul divino? Nasce “Il re, il saggio e il buffone”, uscito sempre per Einaudi.
“Il dialogo deve continuare con le persone di buona volontà. Con gli islamisti che vogliono conquistarci non è possibile”
“Per non cadere nell’odio, ci serve consapevolezza, comprendere a cosa puntano: l’estensione dell’islam a livello globale”
Il nuovo titolo di Keshavjee è diverso, “L’islam conquérant”. Non c’è nulla di multiculturalmente corretto nella nuova fatica di questo scrittore e teologo svizzero nato in Kenya da una famiglia indiana di origine musulmana e che oggi vive in Svizzera, studioso di Mircea Eliade, dottore di teologia protestante e animatore di tante iniziative ecumeniche (ha insegnato per tanti anni Storia delle religioni all’Università di Losanna).
“Non è un libro di dialogo con l’islam, ma per allertare l’occidente, i giornalisti, i leader politici”, dice al Foglio Keshavjee, che da anni si interroga sul senso della fede nell’era della globalizzazione e che cerca una teologia all’altezza di questo tempo di crisi. “C’è una mancanza di conoscenza sui testi dell’islam e la sua storia di conquista e questa ignoranza per me è molto profonda. Il dialogo con persone che sono veramente di buona volontà, che hanno rinunciato a ciò che è violento nella propria tradizione, deve continuare. Ma si dicono molte cose sbagliate sull’islam, che non corrispondono alla sua storia e ai suoi testi religiosi. Volevo aprire gli occhi. Gran parte dei musulmani sono persone pacifiche, ma chi ha una agenda politica giustifica le proprie azioni sul Corano, la sira (la vita del Profeta), gli hadith. Se parliamo di musulmani pacifici, sono quelli che pensano a mandare i figli a scuola, a fare loro avere una educazione. Poi ci sono quelli che seguono i testi e l’esempio di Maometto, che vogliono una comunità spirituale, un progetto politico e una strategia militare”.
Sono i tre aspetti chiave dell’islam. “L’islam deve dominare il mondo. Perché? Perché Maometto era un profeta, un politico e un capo militare. Quando leggiamo il Corano e gli hadith – la seconda fonte di rivelazione – ampiamente citata nel mio libro, vediamo che Maometto non era solo un profeta, ma anche un leader politico e uno stratega militare. La conquista con la violenza è presente nelle fonti. Quelli che affermano di abusare dell’islam sono musulmani selettivi, ovvero fanno affidamento solo sulla parte pacifica del corpus. Quando un cristiano uccide, si allontana dai Vangeli. Quando un musulmano uccide, può trovare, purtroppo, una giustificazione nel Corano. L’islam deve entrare nel mondo occidentale e deve dominare l’islam. E ci stanno riuscendo”.
Keshavjee ritiene che questo progetto si articoli a più livelli. “L’Organizzazione della cooperazione islamica ha scritto un libro sulla conquista dell’occidente, 57 stati ne fanno parte assieme alle organizzazioni non governative. Lo scrivono apertamente, ma i nostri politici lo ignorano. Poi c’è la strategia della Fratellanza musulmana, nei cui testi rinvenuti in Svizzera da parte di un giornalista svizzero, Sylvain Besson, c’è scritto tutto quello che sta avvenendo nei nostri paesi. Le persone non vogliono crederci. Come è possibile che consentiamo loro di conquistarci così facilmente? Sono molto intelligenti, credono nella verità assoluta dell’islam”.
I gruppi differiscono nella strategia ma non nel fine. “L’Organizzazione della cooperazione islamica fornisce molti soldi alle moschee e ai centri islamici, si interessa di sport, aspetti sociali, preghiera e vengono dall’Arabia Saudita. I Fratelli musulmani propongono una immagine soft dell’islam, dibattono con i politici, con le chiese, ‘siamo la religione della pace’ ripetono, si dimostrano molto gentili, affascinanti, come il nonno di Tariq Ramadan Hassan al Banna, ma possono essere anche violenti come Hamas in Israele. Poi c’è la strategia dello Stato islamico o al Qaida, usano il terrore, e si rifanno ai casi di Maometto che usò la violenza, ‘Allah porterà il terrore nel cuore degli infedeli’ sta scritto. Uno dei livelli in cui l’islam sta conquistando è quello degli stati. Nel mio libro, discuto di infiltrazioni islamiste nel mondo dei media o della politica”. Un’altra area cui mirano è quella delle coppie e delle famiglie. “L’islam spinge per la conversione attraverso matrimoni misti. Per sposare un musulmano, un non musulmano deve convertirsi all’islam. La famiglia è il cuore di tutto: un cristiano che sposa una donna musulmana deve aderire all’islam e i bambini devono essere musulmani”.
L’Europa è responsabile di questo cambiamento. “Quando l’Arabia Saudita ha investito tutti quei soldi in occidente, qui erano tutti felici. L’obiettivo dell’occidente erano i soldi che entravano dalla porta, non erano interessati ai valori che si infiltravano invece dalla finestra. E permisero la costruzione di tutte queste moschee. Non abbiamo mai chiesto di costruire delle chiese per i cristiani in Arabia Saudita. L’occidente non ha più valori, non si interessa dei cristiani perseguitati e per l’islam è stato facile entrare e penetrare”. Keshavjee ne ha anche per la sinistra. “Quella sinistra sempre molto critica di Israele e sempre a favore dei musulmani palestinesi, che si dicono oppressi, senza mai capire l’islam. I musulmani opprimevano intanto gli ebrei, gli atei, i cristiani”.
Il multiculturalismo non funziona: “E’ ottimo per avere la musica o la cucina o l’arte di paesi diversi, ma la cultura è spesso negativa: se le persone che vengono dall’islam non cambiano mentalità sulle donne, gli ebrei, la libertà di espressione, questo crea un conflitto. Per esempio puoi entrare nell’islam, ma non lasciare l’islam. Il multiculturalismo ha creato molti problemi e naiveté da parte della sinistra”.
Foto LaPresse
Keshavjee non è un nazionalista. “Credo che abbiamo bisogno di radici e di apertura, mentre l’occidente vuole solo essere aperto, al commercio, è un vuoto senza radici. E’ odio di sé, gli occidentali hanno fatto molte cose brutte, dall’imperialismo al colonialismo, la vendita di armi, il dominio, e oggi si spende tutto il tempo a criticare tutto questo. Il senso critico è importante, ma se va troppo oltre si finisce per rigettare tutto quello che di buono ha prodotto l’occidente. L’odio di sé non prepara un domani felice. Ci sono ‘soft values’, ognuno è libero di essere ciò che vuole e i musulmani sono felicissimi di vivere in questa libertà. Ma ci sono anche valori non negoziabili ai quali non puoi rinunciare. In caso contrario, ti stai aprendo a comunità che vogliono cambiare la società. E questo lo sanno anche tanti musulmani liberali che si sono assimilati alla nostra cultura. La sinistra è ingenuamente complice con l’islam conquistatore, credendo di difendere gli oppressi in una nuova lotta di classe. Ed è ingannato sulla nozione di libertà e uguaglianza, valori morbidi”.
La neutralità dello stato è dannosa. “La storia dell’Europa è giudeo-cristiana, umanistica, democratica, illuminista. Dimenticare deliberatamente una di queste radici crea un vuoto e un’incapacità di capire cosa sta succedendo. Osservo in Europa un certo odio di sé che è il nido dei populismi di destra. Le strategie di islamizzazione dell’occidente sfruttano i difetti del nostro sistema per infiltrarsi. La questione islamica in occidente è una delle più importanti per il futuro dell’Europa. Per quattordici secoli, dagli arabi agli ottomani, l’islam ha cercato di conquistare l’occidente. Oggi ci stanno riuscendo attraverso mezzi non militari. Ci sono paesi più esposti e paesi meno esposti. La Francia è quella più esposta alla conquista, ma se fino a oggi i giornalisti parlavano di fallimento dell’integrazione ora, vedi il libro dei giornalisti del Monde ‘Inshallah’, c’è un qualche cambiamento in corso. Anche la mia Svizzera è al centro delle mire della Fratellanza musulmana, non vedo i sufi o i musulmani liberali attivi, mentre vedo molto attivi i gruppi radicali. Qui la famiglia Ramadan era fortissima, sono stati indeboliti dai recenti scandali sessuali, ma è stato molto sostenuto dalle comunità islamiche, che ne hanno fatto un ‘martire’”.
“Il senso critico è importante, ma se va troppo oltre finisce con il farci ripudiare tutto quello che di buono ha prodotto l’occidente”
“Apprezzo molto quello che ha fatto Papa Francesco, ma sull’islam preferisco Papa Benedetto, che era più realista”
Keshavjee, protestante, al Foglio parla anche di Vaticano. “Apprezzo molto quello che ha fatto Papa Francesco, ma sull’islam Papa Benedetto aveva una comprensione e una visione migliore, più realista. Quando la situazione è complessa, devi avere una risposta multiforme. Servono i ponti, come fa Papa Francesco, ma sbaglia quando dice che ‘il terrorismo non ha nulla a che fare con l’islam’. Io vengo dal Kenya e negli ultimi trent’anni ho visto l’Africa cambiare profondamente, con il terrorismo, i soldi sauditi, l’islamizzazione. C’è una grande divisione oggi in Europa, fra la sinistra e i nazionalisti, questi si odiano a vicenda, e questa divisione avvantaggia l’islam. Penso che nel futuro tante altre persone si sveglieranno in Europa. Ma dall’altro lato, i musulmani diventeranno più salafiti, più Fratelli musulmani, e anche loro si rafforzeranno, per questo dobbiamo dire all’occidente di essere fiero della propria cultura umanistica e giudeo-cristiana e rinunciare alla debolezza. La debolezza non è un’opzione possibile, a meno che tu non voglia essere sovrastato. E per non cadere nell’odio, serve consapevolezza, lucidità, e capire cosa e come dobbiamo difendere la nostra cultura. In breve, il problema non è tanto che i musulmani conquistatori cercano di infiltrarsi nei luoghi del potere dell’occidente. Credono nella superiorità del loro sistema e cercano di promuoverlo. Il problema è che così tanti occidentali si anestetizzano. E non capiscono che, così facendo, vanno incontro alla propria caduta”.
Ma cosa aveva scoperto Sylvan Besson, il giornalista svizzero citato da Keshavjee? Si è imbattuto nella Fratellanza musulmana dopo l’irruzione della polizia in una lussuosa villa sul lago di Lugano sulle tracce di una rete finanziaria islamista. Il materiale che fu sequestrato quella notte – documenti bancari, lettere e piani dei Fratelli musulmani – sollevò un autentico velo. In uno di questi documenti, uno dei capi della Fratellanza, Youssef Nada, scriveva ai simpatizzanti della casa reale saudita che avevano fornito loro soldi e protezione: “Siamo come un corpo gelatinoso che si estende in tutte le direzioni e continua a crescere. Il nostro campo d’azione è il mondo intero”.
Quanto sta accadendo nel plateau nigeriano, nelle campagne irachene e alla periferia del Cairo ci riguarda molto di più di quanto pensiamo. E’ la globalizzazione verde, il colore dell’islam.