Addio a Valentina Cortese, amata da Strehler e da Chaplin
Ingrid Bergman le chiese scusa per avere vinto l'Oscar al suo posto. Per Rosalina Neri "fu la migliore di sempre". Il ricordo di una delle più grandi attrici italiane, scomparsa a 96 anni
“Per favore Valentina perdonami!”, Ingrid Bergman concludeva così il suo discorso agli Oscar del 1975. Quell’anno vinceva come miglior attrice non protagonista per "Assassino sull’Orient Express" ed era convinta che Hollywood dovesse il premio a Valentina Cortese. L’attrice milanese non aveva ottenuto la nomination l’anno precedente e nel ’75 concorreva per l’interpretazione in "Effetto notte" di François Truffaut, “la migliore di sempre”, secondo la Bergman. Era amata persino dalle colleghe attrici, Valentina Cortese, e forse questo racconta più di ogni altra cosa chi sia stata. Si è spenta nella sua casa milanese, sotto il peso del tempo, lei che fino all’ultimo ha goduto del dono della leggiadria.
Raggiungiamo al telefono la sua storica amica Rosalina Neri – “Black” per Valentina –, anche lei attrice di Giorgio Strehler. È in viaggio dalla Francia a Milano, è affranta: “È stata la mia più grande amica: a lei potevo dire tutto, capiva tutto. È una donna che ha sofferto tanto, ha sofferto tantissimo. Ultimamente non c’erano molte persone che andavano a trovarla, chissà perché, di questo ne risentiva. Io andavo sempre. Fino a quattro giorni fa ero vicina a lei, poi sono dovuta partire per la Francia e adesso sto andando a Milano per abbracciarla, ma non c’è più Valentina. Ho un dolore immenso e basta. Per me è stata la più grande attrice del teatro italiano”.
La Cortese ha dominato la scena del cinema e del teatro fin dai tempi dei telefoni bianchi. Il suo successo senza declino è stato possibile perché professionalità e umanità non sono mai state disgiunte in lei. Icona di eleganza, i fazzoletti che indossava sul capo volevano essere l’omaggio ai contadini che l’hanno cresciuta da bambina, tra la campagna di Agnadello e quella di Rivolta, dove viveva con la famiglia di “Mamma Rina”, la sua balia. Lì, in un fienile, improvvisò la sua prima recita. Quella forza antica l’ha accompagnata ovunque nella vita, segnata da grandissimi amori, come quello per il direttore musicale della Scala Victor de Sabata, per Richard Basehart, per Giorgio Strehler. Per quest’ultimo – indimenticabile resta l’interpretazione della Cortese nel "Giardino dei ciliegi" da lui diretto – provò persino a pregare Greta Garbo di tornare a fare cinema: Strehler aveva infatti scritto una sceneggiatura sulla vita di Eleonora Duse e sperava di averla come interprete.
Da Hollywood – dove giocava a tennis con Charlie Chaplin che l’avrebbe voluta in "Luci della Ribalta", frequentava Marylin Monroe, Orson Welles e tanti altri – dovette andare via dopo avere rovesciato un bicchiere pieno di whisky su un noto produttore che non si stava comportando da galantuomo. In Italia lavorò anche con Antonioni, "Le amiche" (1955), Fellini, "Giulietta degli spiriti" (1965), Zeffirelli, "Fratello sole, sorella luna" (1971), tra i tanti, e tutti grandi, offrendo interpretazioni mirabili nei loro film, grazie a uno stile personalissimo, rimasto punto di riferimento per molte attrici delle generazioni successive.
Giulia Lazzarini, altra grandissima attrice di Strehler e del Piccolo Teatro, ci testimonia l’affetto profondo che Valentina Cortese sapeva dare e ispirare: “Con la sua scomparsa perdo una voce che ha sempre risuonato in me. Le ho dato tutto il mio affetto, quando ho potuto. Sono disperata, mi rendo conto che è una parola grande, però questa è veramente una mancanza. Era una persona di una generosità estrema, una compagna di lavoro e un’amica incredibile. L’ho sentita due sere fa, aveva una voce lievissima, speravo di andare a trovarla martedì prossimo, al ritorno dagli impegni per uno spettacolo a Napoli, e invece lei è volata via”.
Si potrà rendere omaggio all’attrice al Piccolo Teatro Grassi domani 11 luglio dalle 12 alle 19 e venerdì fino alle 10.30. I funerali saranno celebrati alle 11 di venerdì nella chiesa di San Marco.