Dieci libri di viaggio che ti cambieranno l'estate
Consigli di lettura per viaggiare a spasso nel mondo senza muoversi da casa: da New York a San Pietroburgo, da Marsiglia a Lisbona, all'Italia. Tra cucina, letteratura, luoghi tipici o nascosti
Bruce Chatwin diceva che dopo un mese nello stesso posto diventava irrequieto, e dopo due addirittura insopportabile. Infatti, nella sua breve e pure intensissima vita, di luoghi ne visitò parecchi, onde evitare il rischio della noia e della mediocrità. Ma chi quest’estate, a differenza di Chatwin, sa già che non andrà in Patagonia né in visita alla Grande muraglia cinese, potrebbe comunque utilizzare un metodo antico ma molto efficace per viaggiare a spasso nel mondo senza muoversi da casa.
Ecco quindi dieci consigli di lettura che vi porteranno a New York, San Pietroburgo, Marsiglia, Lisbona, Parigi e in giro per l’Italia delle grandi isole, tra cucina, letteratura, luoghi tipici e luoghi nascosti.
“Passaggio in Sardegna” di Massimo Onofri (Giunti)
«Per mio conto, ormai me ne sono convinto: dovevo arrivare sin qui, su quest’isola del sole e dell’assenza, per fare tutti i conti, e sino in fondo, col mio stilnovismo patologico». Inizia così il viaggio del sempre eccellente Massimo Onofri nel cuore della Sardegna, un’isola che lui conosce fin troppo bene e al quale è legato da un vincolo d’amore indissolubile. Attraverso “Passaggio in Sardegna” – dalla Porto Torres del Petrolchimico alla Cagliari dei Bastioni, passando per Sassari fino ad arrivare al Parco delle Prigionette, proseguendo per Oristano la città-salotto e Nuoro – Onofri ci restituisce una Sardegna che va oltre i confini dell’isola stessa, trasformando il viaggio in una grande tour che sfocia in un’autoironica autobiografia, grazie alla quale possiamo osservare quest’isola dei misteri, rocciosa e romanticamente primitiva, con gli occhi autentici e appassionati dell’uomo Massimo, oltre che del viaggiatore Onofri.
“Passaggio in Sicilia” di Massimo Onofri (Giunti)
Dopo la Sardegna, non possiamo lasciarci sfuggire anche la Sicilia, raccontata ancora una volta da Massimo Onofri e dal suo occhio acuto e pungente. Un viaggio fuori dai percorsi obbligati, alla ricerca di sé e del sé tra i vicoli di una Palermo che conserva immutato e immutabile quel suo vivacissimo senso di morte, e poi Siracusa, Marsala, la Agrigento di Pirandello, Modica e tutto ciò che della Sicilia trascina e rapisce: Sciascia, Bufalino, Guttuso, Buttitta. Un romanzo-guida fuori dall’ordinario che rincorre l’enigma di una terra bellissima e feroce, complessa, mitica e per qualcuno inevitabilmente “irredimibile”.
“Il ghiottone errante. Viaggio gastronomico attraverso l’Italia” di Paolo Monelli, illustrato da Giuseppe Novello (Tascabili Slow Food)
«Così ci siamo messi in giro. Ma ahimè, uno di noi due è astemio, e non ha il mondo più ladro stomacuzzo del suo, e soffre di mal di denti per giunta. Tutta la fatica cadrà sulle spalle dell’altro: sessanta bottiglie lo proveranno, oltre alle scaramuccie delle merende e della prima colazione».
Quale miglior modo per imparare a conoscere le bellezze d’Italia se non passando attraverso il suo stesso cibo? Una chicca recuperata da Slow Food, approdata in libreria da pochissimo, è “Il ghiottone errante”, delizioso volumetto degli anni Trenta che inaugura la fortunata stagione della critica enogastronomica italiana. Verremo accompagnati attraverso sapori, odori, gusti, paesaggi e tradizioni del Bel Paese grazie alla fluida e divertita narrazione di Paolo Monelli e alle illustrazioni dell’astemio (ahinoi, ahiloro) Giuseppe Novello. Una guida da assaporare e da ridere step by step.
“Quel nome è l’amore. Itinerari d’artista a Parigi” di Luigi La Rosa (Ad est dell’equatore)
Ricordate di quella volta in cui Jean Cocteau, incurante della propria follia, dell’amore e della notte che si spandeva a macchia d’olio sopra le strade di Parigi, inseguì il giovanissimo Raymond Radiguet – «il suo petit Rimbaud poeta e furfante» – raggiungendo la Madeleine, svoltando poi in direzione del Louvre e riparandosi dalla pioggia sotto il pesante portone girevole di un caffè? Oppure di quella volta – era il 18 novembre del 1909, alle ore 6.45 – quando nella sua abitazione in avenue du Bois-de-Boulogne al numero 23 venne trovata morta Pauline Mary Tarn, in arte Renée Vivien? Tutto ciò accadeva nella Parigi che Luigi La Rosa ha mirabilmente descritto in quella che potremo definire una guida romanzata, sentimentale e anti-turistica della città più romantica e drammatica d’Europa. Tra arte e letteratura, La Rosa riunisce storie formidabili intrecciandole nei vicoli di una Parigi senza tempo, per certi versi temibile e forse un poco oscura.
“Praga magica” di Angelo Maria Ripellino (Einaudi)
Parlando di luoghi romantici, drammatici e un filo mistici, non possiamo di certo dimenticare la “Praga magica” di Ripellino, città che, al di là di certi cliché turistici, ci viene presentata non solo come “città d’oro” – narrata dunque dall’autore in tutti i suoi splendori – ma anche come concentrato di ambiguità, tenebrismo, torpore e fascino nascosto: in quello che si presenta come un viavai illimitato di personaggi, storie e leggende, Ripellino ci guida nelle ombre segrete del Quartiere ebraico («punto magico di Praga era la Città ebraica chiamata anche Josevof, dall’imperatore Giuseppe II»), del Golem e delle numerose taverne in cui fiorì certa grande letteratura tedesca («nella ripugnante bettola ebrea “Batalión”, all’angolo tra via Platnéřská e via Mikulášská, di fronte alla trattoria “Alla rana verde”, si inselvava un’accolta di esistenze sciupate, di derelitti»). Un viaggio emotivo, quasi poetico, ancor prima che artistico.
“Esperimento Marsiglia” di Paolo Di Paolo (EDT)
Da pochissimo in libreria per EDT, “Esperimento Marsiglia” di Paolo Di Paolo è una guida ai sapori – e dunque al sapore – di una città che ha alle spalle millecinquecento anni di storia e una pessima reputazione. Quasi una sfida, quella dell’autore romano, che vuole raccontare Marsiglia attraverso profumi, odori, gusti e colori intrecciandovi storie meravigliose e forse inaspettate. «Mi viene in mente il troppo ovvio, qui a Marsiglia, e comunque avvolgente, Jean-Claude Izzo. (…) Ho con me Aglio, menta e basilico, un libretto che mi invita a entrare a Marsiglia dalla porta della cucina».
Forse perché dalla cucina si capiscono più cose di una città che non dalla guida delle opere d’arte, forse perché è dal cibo che si parte e si arriva per avvicinarsi a qualcuno, forse perché è grazie al cibo che si empatizza e che a volte si riesce a comunicare di più e meglio che con le parole, fatto sta che quello di Di Paolo è di sicuro un esperimento insolito e ben riuscito.
“A Buenos Aires con Borges” di Stefano Gallerani (Perrone Editore)
«Perché Buenos Aires è profonda, e mai, nel disinganno o nella pena, mi sono abbandonato alle sue strade senza riceverne un insperato conforto» scriveva Borges in “Evaristo Carriego”, ed ora Stefano Gallerani, in undici capitoli che sono undici lettere – tante quante ne occorrono per formare il nome Buenos Aires – intraprende un viaggio nei luoghi dello scrittore argentino, ricavandone un sillabario che è al contempo un’eccellente guida turistico-letteraria e una sorta di biografia di Jorge Luis Borges focalizzata principalmente sul suo rapporto con la stessa Buenos Aires.
Un filo doppio che lega la narrazione con la descrizione dei luoghi e della vita dell’Omero argentino, mentre il lettore si lascia coinvolgere dal racconto di certi incontri che hanno segnato la storia della letteratura argentina.
“D’amore e baccalà” di Alessio Romano (EDT)
Dall’Italia ci siamo spostati a Parigi, poi a Praga, a Marsiglia, siamo volati fino a Buenos Aires e ora che fa? Un salto a Lisbona non lo facciamo? Per respirare un po’ dell’atmosfera solare, vivace, allegra ma anche dolcemente malinconica della capitale del Portogallo, possiamo avvalerci dell’aiuto di un autore abruzzese che di belle città e di buon cibo se ne intende da sempre. “D’amore e baccalà” è non-guida divertente e originale alla città di Lisbona, che viene raccontata attraverso la storia di un amore nato per caso in una taverna (quello tra Alessio e Beatriz, la cameriera) e soprattutto attraverso l’alimento principe della cucina portoghese, il baccalà. Un diario di viaggio originale e brillante che è anche un omaggio a poeti e scrittori come Pessoa, Tabucchi e Camões.
“Bagliori a San Pietroburgo” di Jan Brokken (Iperborea)
«A ogni passo in questa città mi viene in mente un libro o mi risuona in testa una musica. È una scoperta continua». Così scrive il viaggiatore Jan Brokken di San Pietroburgo, l’allora Leningrado, patria splendente e malinconica di poeti, folli, geni e dissidenti. In un viaggio che è principalmente una dichiarazione d’amore nei confronti di una città che folgorò lo scrittore olandese nel 1975, Brokken si addentra nella capitale mitica della cultura europea partendo dalla raffinatissima Anna Achmatova («in città la sua influenza era ancora tangibile [a nove anni dalla morte], ma per non rischiare problemi con le autorità era meglio evitare di nominarla in pubblico») per proseguire poi la sua avventura letteraria e umana con Dostoevskij, Gogol’, Stravinskij, Nabokov, Eisenin e molti altri. Quella imbastita da Jan Brokken si delinea fin da subito come una sinfonia di ricordi e di frammenti di vita, che impreziosiscono il ritratto di una città in cui la nostalgia è senza dubbio l’elemento distintivo e predominante.
“New York. Una città di corsa” di Chiara Marchelli (Perrone Editore)
Dopo aver trotterellato per mezzo mondo, vuoi non approdare in una di quelle città che tutti – nessuno escluso, gioco forza – abbiamo ribattezzato come La Città per eccellenza? Il nostro viaggio ideale termina a New York, il luogo che la scrittrice italiana Chiara Marchelli ha scelto da anni di abitare, facendolo proprio. Per questo, forse, ha scelto di regalarci non una guida turistica, non un manuale sulla corsa alla scoperta di New York, non un banale libretto sulla Grande Mela. La Marchelli sceglie di donare al lettore una parte di sé e quindi una chicca letterario-sentimentale mentre corre “a perdifiato” attraverso i dedali di vie di New York: questo tour che inizia dalla sua casa a Brooklyn e si snoda attraverso le strade, i parchi, le piazze della Città, diventa la fotografia esatta, precisa ma mai statica di un posto che si può vivere, forse, solo correndo. Un ultimo viaggio newyorkese che è anche un po’ la metafora della nostra vita.