Il caso, il teatro, la lingua. E poi l’ossessione per gli oggetti, ma soprattutto per le persone e le loro storie. Una conversazione con l’autrice francese Yasmina Reza, e sulla distanza perfetta fra sguardo e personaggi
Capita spesso, ve ne sarete accorti, di innamorarsi quando si è soprappensiero, quando si era impegnati in qualcos’altro, quando ci si annoia e si abbassa la guardia. Un giorno di qualche anno fa, a Parigi, mi ritrovai, una volta tanto, in anticipo a un appuntamento. Non sapevo come ingannare un’attesa a cui, da ritardataria cronica, non ero abituata, e oltretutto pioveva. Così entrai in libreria. E mentre distrattamente scorrevo gli scaffali mi imbattei in un libro. Il titolo, Heureux les heureux – Felici i felici – citava una delle “beatitudini” di Borges, ripresa anche in epigrafe: “Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell’amore. / Felici i felici”.
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