Il 23 agosto 1984, cinque anni prima della sua morte, Augusto del Noce scrisse: “Sono rimasto assolutamente isolato e perciò condannato all’autodistruzione, per non aver aderito a nessuno dei movimenti, a cui avrei potuto aderire. E l’autodistruzione aumentò quando mi allontanai dall’antifascismo”. Inviso alla cultura laica dominante come a quella cattolica conciliare, anche in occasione dei trent’anni dalla sua scomparsa Del Noce è stato tenuto ben lontano dalla vista del pubblico e dell’opinione pubblica. Non poteva forse che essere così, per uno che criticava radicalmente l’Illuminismo, l’occidente e la borghesia. Lo disse già Norberto Bobbio, suo amico e avversario culturale: “A lungo Del Noce è stato un pensatore isolato tanto nell’ambiente della filosofia cattolica quanto in quello universitario”.
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