Se Matzneff imbarazza più di Cesare Battisti
L'editore Gallimard ritira i romanzi dello scrittore accusato di pedofilia ma continua a vendere quelli dell'ex terrorista condannato per omicidio. “E perché non vietare Pasolini?”
Roma. Se come annuncia la scrittrice femminista Marie Darrieussecq sul Journal du Dimanche, la vicenda Gabriel Matzneff metterà fine al dominio maschile sulle donne, era inevitabile che di donne a difendere lo scrittore che da cinquantenne ebbe una storia con la quattordicenne Vanessa Springora se ne trovassero ben poche. L’unica a farlo apertamente è stata Josyane Savigneau, l’ex direttrice del supplemento libri del Monde, che ha parlato di “caccia alle streghe”. Sul Monde di due giorni fa, Matzneff è stato difeso dal romanziere Dominique Fernandez, pasoliniano vincitore di un Goncourt e membro dell’Académie. “Tutti si comprano una buona coscienza attaccando un uomo a terra”, scrive Fernandez, che ne ha per l’editore di Matzneff, Antoine Gallimard. “Ha annunciato che ne ritirerà il ‘diario’ dalla vendita, che per un autore significa morte professionale, rispedendolo nel nulla. Bonaparte non solo fece ghigliottinare il pittore François Topino-Lebrun, accusato di complotto, ma ne distrusse anche i dipinti affinché non ne rimanesse traccia sulla Terra. Perché continuare a vendere i libri di André Gide, che andò in Algeria in cerca di ‘piccoli arabi’? Che gli venga tolto il Nobel! A proposito di Gide, lo stato non era così puritano fino a tre anni fa, quando il ministro dell’Istruzione ha inserito ‘Les Faux-Monnaayeurs’, un romanzo apertamente pederasta, nel curriculum dei licei letterari. Pier Paolo Pasolini fu espulso dalla scuola dove insegnava, in Friuli, e fu costretto a fuggire a Roma perché aveva trascinato degli scolari dietro ai cespugli. I suoi libri e film saranno vietati?”. Quel Pasolini amante dei ragazzini e che si trova a pieno titolo nel catalogo Gallimard.
Sembra una storia degna del Tartufo di Molière, campione di ipocrisia, di sorrisi untuosi, di falso moralismo e di viltà. “Il nome Matzneff basta a far tremare i librai del quartiere latino di Parigi”, racconta France Inter. Un libraio, anonimo, commenta così la decisione di Gallimard: “Siamo in un’epoca in cui tutto è standardizzato e non sopportiamo più nulla…”. Anche il colosso americano Amazon ha ritirato “I minori di sedici anni” di Matzneff. Antoine Gallimard chiarisce la sua scelta al Journal du Dimanche: “Lo spirito di trasgressione da solo non poteva giustificare la programmazione”. Gallimard è stato rapidissimo a ritirare i romanzi di Matzneff. Peccato che i romanzi di Cesare Battisti, diventato in Francia scrittore di gialli ben recensiti e pubblicati, continuino tutti a campeggiare nel catalogo Gallimard anche dopo la confessione dei quattro omicidi e la carcerazione: “Buena onda”, “Les habits d’ombre”, “Le cargo sentimental” e “Dernières cartouches”. Gallimard poteva seguire l’esempio di un’altra casa editrice, Seuil, che un anno fa sospese la pubblicazione del terrorista. Gwenaëlle Denoyers, a capo della collana Cadre Noir, disse: “Un romanzo di Battisti ora sarebbe indecente”. Oppure, Gallimard poteva tenersi entrambi e dire che è indegno cacciare dall’arte e della letteratura per indegnità morale.
Ma in Francia è diventato indegno far girare i libri di Matzneff, ma non quelli di un terrorista a lungo protetto dagli stessi ambientini che oggi fanno la pelle al primo. Vecchia storia. Paul Claudel, disgustato che Gallimard pubblicasse André Gide e Marcel Proust, accusò la sua casa editrice di “difesa dei costumi pederastici”. Gaston Gallimard, il nonno di Antoine, gli rispose: “Non pubblico solo pederasti, ma anche un gran numero di autori i cui costumi sono irreprensibili”. Siamo ancora lì, alla tartuferie.