Il respiro del Monde
Il direttore Fenoglio ci racconta la scommessa (vinta) di un giornale che ha investito sulla qualità
Parigi. Nell’ottobre 2019, la piattaforma Make.org e l’associazione Reporters d’espoirs hanno pubblicato i risultati di un’inchiesta sull’informazione e sui media in Francia realizzata attraverso la consultazione di 104 mila persone. Alla domanda “In che modo i media possono migliorare la società?”, la soluzione plebiscitata dagli intervistati è stata “privilegiando un trattamento meno rapido e più approfondito”. La lotta alla cosiddetta “infobesità”, a favore di un numero di articoli ridotto ma con maggiore qualità, è la strategia che il Monde ha intrapreso tre anni fa per volontà del direttore della pubblicazione, Jérôme Fenoglio, e del direttore della redazione, Luc Bronner. Nell’èra in cui i giornali sgomitano e si azzannano per arrivare primi sulle notizie, sentendosi in dovere di reagire a ogni minimo fatto, il quotidiano dell’intellighenzia parigina ha deciso di fare le cose al contrario: dal 2018 al 2019, ha ridotto il numero di articoli pubblicati del 14 per cento e ha invece aumentato il numero dei giornalisti da 400 a quasi 500, dando loro maggior tempo per scrivere i pezzi. Il risultato? In due anni, i lettori del sito del Monde e il numero di copie vendute, digitali e cartacee, hanno registrato una crescita dell’11 per cento.
“La domanda cruciale è: come si fa un giornalismo di qualità? Secondo noi, scrivendo degli articoli elaborati, che raccontano la complessità del mondo in cui viviamo, degli articoli in cui i lettori possono trovare delle cose inedite, esclusive”, dice al Foglio Fenoglio. La questione del tempo è centrale per il direttore del Monde. “Gli articoli di qualità richiedono tempo. E noi, fin dall’inizio, ci siamo detti che il nostro quotidiano, per differenziarsi, deve fare degli articoli utili, capaci di creare una sorpresa nel lettore, di rivelargli qualcosa che non leggerebbe da nessun’altra parte. Il nostro credo è: più giornalisti per una migliore informazione. A loro va dato tutto il tempo necessario per scrivere articoli che siano accattivanti”. Valorizzare questi “articoli elaborati, che fanno la differenza”, prosegue Fenoglio, “è incompatibile con l’attuale tendenza alla sovrapproduzione giornalistica, che richiede sempre più articoli ai giornalisti”.
Tuttavia, precisa il direttore del Monde, “ciò non significa che bisogna rinunciare a seguire il flusso dell’attualità. Noi abbiamo un desk specifico che si occupa delle notizie che necessitano di una reazione immediata, e questo permette ad altri giornalisti di scrivere pezzi più complessi, di fare inchieste sul campo, di prendersi tutto il tempo di cui hanno bisogno per produrre un testo approfondito”. Non si devono annegare gli articoli che fanno la differenza in una massa di articoli interscambiabili, sottolinea Fenoglio, ma metterli in primo piano, privilegiarli, perché “contrariamente a un certo modo di pensare, secondo cui, nell’epoca del digitale, la produzione giornalistica sarebbe sopravvissuta solo grazie alle pubblicità che si mettono attorno ai pezzi e alle attività legate al giornale, è un’informazione di qualità, un trattamento dei temi più approfondito che produce il maggior valore economico”. I dati parlano chiaro, per il Monde. “Negli ultimi tre anni, il numero di abbonati web è passato da 120 mila a 220 mila, e se a questi si aggiungono gli abbonati alla versione cartacea fanno più di 300 mila in tutto. Il Monde non ha mai avuto così tanti abbonati nella sua storia”, dice soddisfatto Fenoglio.
C’è una nuova relazione di fiducia tra il Monde e i suoi lettori, conclude il direttore, ricordando che anche per loro, come per i giornalisti, “la cosa più importante è il tempo”.“Non possiamo bombardare i nostri lettori ogni giorno, dobbiamo proporre loro contenuti che permettano di respirare e andare in profondità”. L’articolo più letto della scorsa settimana è stato il ritratto di Jacques Bloch, resistente sopravvissuto al campo di concentramento di Buchenwald. Un long read di 20 mila battute, a conferma della strategia vincente del Monde.