Per gli studiosi della moda e del costume, la straordinarietà della mostra sull’opera di Raffaello è racchiusa nella didascalia sulla collana a linea che cinge il collo del Ritratto di donna detta La Velata; più precisamente, nella suggestione che si tratti di un gioiello autentico di epoca romana classica: quarzi, di cui l’artista coglie con sapienza infinita il baluginio e il riflesso della luce e che tende ad avvalorare la teoria per la quale la bella giovane dalle forme morbide sia un’immagine ideale, frutto della meditazione dell’artista sui concetti di grazia e bellezza, e non il ritratto di Margherita Luti come suggeriva Giorgio Vasari, eccelso storyteller che però ci ha portati spesso sulla strada sbagliata. E’ infatti del tutto improbabile, e ce lo conferma anche una grande esperta e collezionista come Giovanna Frossi, che una giovane del primo Cinquecento indossasse un gioiello di epoca romana, perfino in funzione simbolica (il gusto del cosiddetto “vintage” è molto recente, mentre i gioielli “souvenir” degli anni d’oro del Grand Tour erano per l’appunto copie seguite agli scavi archeologici di Pompei).
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