Woody Allen

Museruola ai libri

Giulio Meotti

“Resistete allo spirito dei tempi”. In Francia un grande editore pubblica Woody Allen

Roma. I dipendenti di una casa editrice da oggi possono decidere cosa si può pubblicare. E’ il caso Woody Allen. Il gruppo leader nel campo dell’editoria americana, Hachette, ha fermato la pubblicazione del libro di memorie del regista, “Apropos of Nothing”, che sarebbe dovuto uscire il 7 aprile. “La decisione della Hachette di abbandonare il libro di Woody Allen mi mette molto a disagio”, ha scritto Stephen King. “Non è per lui, non me ne frega niente del signor Allen. E’ la persona alla quale verrà messa la museruola dopo a preoccuparmi”. Ronan Farrow, figlio di Woody e dell’attrice Mia Farrow, aveva minacciato di troncare i rapporti con Hachette, con cui ha pubblicato “Catch and Kill”, se avesse proceduto con la pubblicazione, perché la sorella Dylan accusa il regista di abusi. Lo staff di Hachette, per protestare contro la pubblicazione, si era radunato a Rockefeller Plaza, fuori dagli uffici della casa editrice di New York.

 

Woody Allen è stato indagato in due occasioni e non è mai stato incriminato di niente. “Dovrei togliere dalle mie librerie molti degli scrittori che amo di più se iniziassi ad applicare i princìpi dello staff di Hachette”, ha commentato sul Guardian Jo Glanville, ex direttrice del Pen inglese, dell’Index on Censorship. Glanville sta anche pubblicando un libro sull’antisemitismo per Short Books, che fa parte di Hachette. “TS Eliot e Roald Dahl, per cominciare”. Gli editori devono mostrare coraggio, spiega Glanville: “Il coraggio di pubblicare libri che non si adattano al clima morale e che esprimono opinioni fuori moda”.

 

Un editore che sta andando avanti con la pubblicazione di Allen in effetti c’è. “Qualunque sia lo spirito dei tempi, devi resistere”, dice al Point Manuel Carcassonne, l’editore francese (Stock) che ha acquistato i diritti del libro del regista. “Un grande testo”, dice Carcassonne, che spera di poterlo pubblicare. “E’ triste che questa decisione sia stata presa, triste per la libertà di espressione, ma perfettamente comprensibile nel contesto americano”. Per Laurent Dandrieu, il caso illustra un terribile declino delle libertà contro cui reagire prima che sia troppo tardi. “Ognuno ha il diritto di pensare che la vita privata di Woody Allen sia disgustosa e che il regista sia un bastardo”, scrive Dandrieu sul Figaro. “Resta il fatto che, agli occhi della giustizia, è un uomo innocente. Se al tribunale dell’opinione pubblica viene concesso il diritto di decidere, su criteri morali soggettivi e fluttuanti, chi ha il diritto di parlare e chi no, si mette in moto un ingranaggio che può solo schiacciare inesorabilmente il diritto fondamentale alla libertà di parola”. Gli accusati siano messi a tacere — anche se, come Woody Allen, non sono mai stati incriminati o arrestati — mentre quasi tutti i giornalisti applaudono o guardano dall’altra parte, terrorizzati che il #MeToo venga a cercare anche loro. Come avrebbe detto Groucho Marx: “Questi sono i miei princìpi. Se non ti piacciono, beh ne ho altri”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.