Un viaggio nell'Italia di Dante
Leggere o rileggere Alighieri ci fa riscoprire la geografia che si sta perdendo, la conoscenza dei luoghi del nostro paese con la sua bellezza e il suo sfacelo, luoghi della vita e della poesia
Tra i tanti inviti ricevuti in questi tempi di Coronavirus a suon di hashtag - #IoStoaCasa o #RestateaCasa fate voi - dedicarsi a Dante Alighieri può essere una soluzione per distrarsi al meglio, soprattutto perché da oggi, ogni 25 marzo - data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia - sarà celebrata il Dantedì, una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio del poeta fiorentino con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali. Tornare a Dante, ai suoi scritti e ai luoghi “danteschi” – quelli da lui vissuti personalmente o soltanto nominati nella Commedia – “potrà essere un confronto con la letteratura come totalità, con la densità avvolgente di quella parola poetica, sgorgata così forte per la prima volta in un volgare italiano”. Ce lo fa notare Giulio Ferroni, professore emerito della Sapienza di Roma, autore di numerosi testi e saggi, tra cui il fondamentale e corposo volume L’Italia di Dante, di recente pubblicato da La Nave di Teseo in collaborazione con la Società Dante Alighieri. “Tornare a Dante, scrive, è anche un po’sfuggire alla inessenzialità e all’inconsistenza di tanta letteratura di oggi, alla sua subalternità al mercato e ai modelli mediatici ed è un ritrovare le vere ragioni della grande letteratura, in particolare della grande letteratura e della lingua italiana, sempre più trascurata nella scuola e schiacciata negli usi correnti dal dominio imperiale dell’inglese”.
Fu Dante a individuare l’Italia nella sua turbinosa consistenza linguistica, ma anche politica, morale e geografica nelle sue speranze e nei suoi fallimenti. Il nostro paese era per lui “umile” nel I canto dell’Inferno, era“il bel paese là dove’sì suona” o la “serva Italia, di dolore ostello”, descritto poi nei suoi affascinanti scorci panoramici sia nel Purgatorio che nel Paradiso. Leggere i suoi versi o terzine, fa sì che che ognuno di noi sia catturato dal modo in cui essi danno evidenza ai luoghi e li fissano in un’assoluta presenza che è tanto più urgente quanto più è data da una voce che reca in sé il segno della distanza. “Una voce lontana in cui si addensa un altro tempo, l’eco di ciò che era il mondo quando essa si pronunciava”, ci ricorda il professore che seguendo proprio la traccia della Divina Commedia e quasi ripetendone il percorso, è riuscito a compiere un vero e proprio viaggio all’interno della letteratura e della storia italiane. Il risultato è questo libro, una “mappa” speciale del nostro paese illuminata dai luoghi che Dante racconta in poesia. In questi giorni in cui – stando ai dati dell’AIE (Associazione Italiana Editori) - il settore del libro è una delle prime vittime economiche dell’emergenza coronavirus, al pari del mondo dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo con 18.600 titoli in meno e circa 40 milioni di copie stampate in meno nel 2020 – leggere è più che mai fondamentale.
La lettura del poeta/simbolo della cultura e della lingua italiana, può essere un aiuto e ricordarlo insieme in questa giornata fortemente voluta dal ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, sarà un modo per unire ancora di più il paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo. L’appuntamento è previsto per oggi alle 12, quando tutti potranno leggere Dante, riscoprire i versi della Commedia, gli studenti durante le lezioni, tutti gli altri sui social, con letture in streaming e performance, perché – come ha precisato Franceschini - “Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa di Italia – “una bellissima occasione per ribadire che la scuola c’è, per condividere e restare uniti”, ha aggiunto la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il Mibact e il Miur insieme a scuole, musei, parchi archeologici, biblioteche, archivi e luoghi della cultura proporranno inoltre sui propri account social immagini, video, opere d’arte e rare edizioni della Divina Commedia per raccontare quanto la figura del Sommo Poeta nel corso dei secoli abbia segnato profondamente tutte le espressioni culturali e artistiche dell’identità italiana. Al Dantedì (sul sito beniculturali.it troverete tutte le informazioni, regione per regione) parteciperà attivamente anche la Rai che con Rai Teche ha selezionato le lecturae Dantis interpretate dai maggiori artisti del nostro tempo (ci saranno, tra gli altri, Roberto Benigni, Stefano Accorsi e Alessandro Gassman) che saranno programmate in pillole di trenta minuti nelle tre reti generaliste della Rai e su Rai Play.
Nel nome di Dante la cultura e la lingua italiana seguono il loro incardinarsi nei luoghi d’Italia e si pongono come un dato vitale che ha animato nel tempo l’ambiente e il paesaggio d’Italia, le sue bellezze naturali e gli infiniti splendori dell’arte, dell’architettura, dell’urbanistica e del vario quanto contraddittorio fare umano. Leggerlo o rileggerlo, tra le altre cose, porterà alla riscoperta della geografia che si sta perdendo, da intendere come conoscenza dei luoghi e della loro specifica collocazione. Quei luoghi di cui ci parla e di cui sentiamo ancora la materialità grazie alla sua poesia, sono i luoghi della nostra Italia con la sua bellezza e il suo sfacelo, luoghi della vita e della poesia che uno come lui – tiene a precisare il professor Ferroni, ha direttamente conosciuto e toccato nella sua vita o di cui soltanto ha sentito parlare o ha letto, ma di cui sa comunque far percepire tutta la concreta, resistente realtà. Luoghi di un’Italia nettamente definita di cui indica la provvisorietà, comune a tutte le cose terrene, un viaggio capace di restituirci la profondità sempre nuova della nostra memoria, nonostante le immagini di uno smarrito presente. Oggi come non mai.
Sul canale YouTube del Mibact e sul sito del Corriere della sera sarà inoltre trasmesso un filmato realizzato appositamente per questa prima edizione del #Dantedì con i preziosi contributi di Paolo Di Stefano, giornalista del Corriere della Sera e promotore della giornata dedicata a Dante, Alberto Casadei dell’Associazione degli italianisti, Claudio Marazzini presidente dell’Accademia della Crusca, Carlo Ossola presidente del Comitato per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante, del linguista e filologo prof Luca Serianni della Società Dante Alighieri, di Natascia Tonelli dell’Università di Siena e di Sebastiana Nobili dell’Università di Ravenna.