Più che i libri, ci manca il contorno del Premio, dal buffet alle polemiche. La lezione di Thomas Bernhard
Negli esercizi d’immaginazione sull’anno che verrà (qualcuno esagera, e medita stabilimenti balneari con il plexiglas anticontagio) ogni tanto balena il pensiero “e lo Strega?”. Parlando di libri non ci manca, a dire la verità, se non per il gusto di indagare su quelli che i votanti selezionano come meritevoli tra i 54 proposti dagli Amici della domenica (libri ne abbiamo tanti a casa, non basteranno altre quarantene per smaltirli). Ci manca il contorno, le polemiche e il buffet che abbiamo con i nostri occhi osservato una volta sola, trovandolo identico a come era stato descritto (non succede quasi mai). Come faranno a distanziare le signore che affondano i tacchi nella ghiaietta? Ci saranno cestini con la cena porzionata a ogni tavolo, accanto ai torroncini e alle bottigliette mignon di liquore Strega? Il vincitore potrà bere dalla bottiglia o farà accorrere l’ufficio d’igiene?
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