Qualche mese fa, in una scuola media statale di Messina, invitata a discutere dei miti dello Stretto, mi sono trovata davanti un gruppo di ragazzine che aveva studiato a fondo la leggenda di Colapesce e doveva poi fornirne una rielaborazione. L’esito era un poster raffigurante le gesta di una creatura con la coda squamata color rosa acceso, il seno appena coperto da due conchiglie, i capelli lunghi e morbidi, le braccia sottili che sorreggevano la Sicilia con sicurezza e sensualità. Colapesce è fimmina!, mi hanno detto le ragazze convinte, e quando ho chiesto perché hanno risposto senza esitare: ma come perché, un maschio non ce la farebbe a tenere ferma l’isola da solo. Come dar loro torto?
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