Carote e picnic
Si può chiacchierare di romanzi con la stessa nerditudine con cui sentiamo parlare di carbonare
Nel 1984, lo scrittore inglese Julian Barnes era pappa e ciccia con Gustave Flaubert. Scriveva romanzi come “Il pappagallo di Flaubert”, protagonista un dottore tradito dalla moglie che elegge a suo eroe – nonché esperto di corna – lo scrittore di “Madame Bovary”. Apprezza la Francia dei formaggi, dei treni e dei farmacisti provinciali. Pretesto, Alfred Hitchcock avrebbe detto “McGuffin”: scoprire quale dei due pappagalli impagliati, uno conservato a Rouen e l’altro a Croisset, aveva suggerito allo scrittore il racconto “Un cuore semplice”.
Adesso Julian Barnes fa il filologo con i libri di ricette. Fin dal titolo: “Il pedante in cucina” (appena uscito da Einaudi). Non lo diciamo per deplorare, o far notare che gli scrittori non son più quelli di una volta. Lo diciamo per ricordare che si può chiacchierare di romanzi con lo stesso divertimento e la stessa nerditudine con cui sentiamo parlare di cuochi, carbonare, pesto senza aglio e sale nel caramello. Adesso, per essere precisi, vuol dire nel 2003, quando uscì l’edizione originale di questo libretto. Oggi, fa l’effetto della “terra dimenticata dal tempo”.
Lo abbiamo letto per amore di Flaubert e del pappagallo, che ancora ricordiamo (e consigliamo). Una delizia di saggio a sfondo letterario che riesce a pochi: gli accademici non scrivono per farsi leggere; gli scrittori parlano di sé, senza un romanzo altrui a fare da intralcio; le book-blogger hanno entusiasmi da melodramma. Ne abbiamo ricavato qualche notizia sullo scrittore medesimo, che intende imparare i rudimenti della cucina: in famiglia, i pasti uscivano magicamente dall’officina dove i maschi di casa non erano ammessi. Si blocca davanti a una ricetta di carote Vichy – si chiamano così perché cotte nell’acqua delle terme, ma rubinetto e bicarbonato vanno bene uguale. Dopo i punti 1 e 2, la ricetta salta al punto 4. Errore di stampa? Passaggio inutile? Le carote escono buone, l’idea della cucina come scienza esatta rimane acciaccata.
Molto prima delle sciagure chiamate cupcake – pasticcini per la tavola delle bambole, non per essere mangiati con soddisfazione – Julian Barnes tenta una torta che nei menù del River Cafe di Londra chiamano “Chocolate nemesis” (la migliore al mondo, vale come “la vendetta del cioccolato”). Niente, non riesce a nessuno. Ma siamo già alle raffinatezze non previste dal manuale di Mrs Beeton che troneggiava nella cucina materna. Era costui il più famoso manuale di economia domestica vittoriano, indispensabile della casa delle giovani spose.
Isabel Beeton morì a 28 anni, dopo 4 figli, e diventò un marchio (le successive edizioni omettevano la data di morte). La Nuova Editrice Berti ha pubblicato una piccola parte dei suoi consigli per la perfetta gentildonna, con l’imperdibile pagina “Cosa non dimenticare nei picnic”. Abbiamo tenuto il libretto sul tavolo per tutta la quarantena, metteva di buon umore. E dunque, perché lo sappiate anche voi: “Un pezzetto di rafano, una bottiglia di menta ben tappata”. Tre cavatappi, erano picnic affollati.
Universalismo individualistico