Il Bella Copia della Rai
Qualcosa di così umano da risultare troppo umano, e infine disumano. Ascoltare in radio Del Soldà, davvero
Lo chiamerò Bella Copia. E’ un italiano perbene, a modo, colto, che ha studiato Platone e Socrate addirittura, non sgarra mai, compiti a casa, lavoro ben fatto, qualità da guru radiofonico e premio Flaiano, veneziano del 1973, parla chiaro, è anche interessante, ma insopportabile. Il suo nome è Pietro Del Soldà. L’insopportazione è avverbiale. Davvero. Davvero davvero davvero è il suo tic rivelatore, che impegna l’affermazione, sempre solidale con l’ascoltatore, a galleggiare in un brodo un po’ ipocrita, davvero, e quel davvero significa che a essere così buono, comprensivo, vicino nel senso della vicinanza, a essere così professionista e mediatico ma anche tanto, tanto umano, bè, non ci si crede, quindi bisogna sempre aggiungere un bel: DAVVERO!
Gli ospiti di “Tutta la città ne parla”, apertura imprescindibile, davvero, della mattinata di Rai Radio 3, sono un bel mazzolin di fiori freschi. Dicono spesso cose che uno magari si aspetta di sentire ma si fanno ascoltare anche per conferma conforme del già noto, eppure non solo questo, a rispondere alle domande in un delirio d’ovvio che fa bambagia, già un progresso sulla celebre fumeria d’oppio santoriana di Martinazzoli, sono persone e personaggi di stampo informativo eccellente, niente da dire, davvero. Già noto è sempre il tema, che non potrebbe essere che quello, si fa poca fatica a fare l’indice della declinazione tematica e concettuale, ma non lo dico per snobismo, è che le cose radiofonizzate del mattino vengono preconfezionate, e lo sanno di venire così, davvero, non sono fatte per sorprendere, per discutere, per dare all’informazione un tocco di minima contraddizione, davvero. Se si parla, e se ne parla, davvero, di virus, ecco che il discorso, naturalmente pubblico, si colora di verde, e il verde ambientalista è il sottotesto perenne di ogni conversazione, di ogni mascherina verbale, di ogni questione presa con i guanti, davvero.
Si prova adunque un fastidio fisico auditivo che sfiora l’orgasmico. E’ straordinario, preternaturale addirittura, sapere sempre in anticipo che cosa verrà suggerito, quale suggestione sarà insinuata, che cosa educatamente verrà escluso dal novero dei discutibili dai discutidores, quali saranno i conti finali da tirare per il neoliberismo, imputato fisso come il nostro innamorato fisso, però sempre, davvero, con un flautato di sfondo che incanta e annoia, come doveroso però se si voglia essere seri, davvero. Del Soldà ha qualcosa di così umano da risultare troppo umano, infine disumano. Sintonizzatevi, ve ne prego, e sentite con le vostre orecchie quanto si può essere in linea con i princìpi, quanto diritti e onesti fino alla contraffazione manipolatoria la più spinta, ma davvero ben dissimulata. Del Soldà è il rifondatore di una famosa comunità arcitaliana, quella dei poti, il contrario degli apoti, coloro che la bevono. Che si parli del bilancio dello stato, degli exempla humanitatis sparsi a piene mani, del governo o dell’opposizione, della società civile persa d’amore per sé stessa o dei ritardi della Pubblica amministrazione, che naturalmente pesano sui più deboli detti vulnerabili, di uno scrittore o di un portavoce, di un contagio e di cifre minacciose, di un fiore di campo ideologico, davvero, bisogna dire che il risultato è uniforme, univoco persino, sempre i conti quadrano.
Sembra di ascoltare un motivo a canone, quello Rai non il modo musicale, e il contrappunto è escluso, le linee non si intrecciano, si sovrappongono, e alla fine la musica, davvero all’unisono, suona per suonare. Una trasmissione è perfettamente uguale all’altra come la messa, e così Del Soldà diventa interessante e sacerdotale, davvero. Viva l’Italia, che insiste e resiste al suono tranquillo e affabile, davvero, di “tutta la città ne parla”, sempre e rigorosamente in Bella Copia.