Tradimenti, attese deluse, attrazioni fatali. E malinconia. Sagan è stata la principessa francese sempre pronta a perdere lo scettro
Non tutti gli scrittori-mito, gli scrittori-star, sono grandi scrittori. Anzi spesso è il contrario, quasi che si trattasse di due tipi diversi di grandezza: una legata esclusivamente alla scrittura, l’altra soprattutto alla personalità. Se si dice Françoise Sagan, per esempio, viene subito in mente il suo formidabile primo titolo, Bonjour tristesse, e la scia di scandalo che seguì alla pubblicazione. Cosa esattamente raccontasse il libro sfugge un po’ a tutti, anche ai tantissimi che lo hanno letto e riletto nel corso del tempo. Resta il ricordo di un’estate al mare, del rapporto esclusivo fra un padre vedovo e una figlia, delle prime avventure erotiche di questa figlia e dei suoi loschi tentativi di allontanare il padre adorato da una nuova compagna, ma quella storia non lascia, credo, nessun coinvolgimento emotivo al di là del bagliore del sole su una barca, nessuna forza della pagina che si ripercuota nella coscienza del lettore per il resto dei suoi giorni come succede con i grandi romanzi.
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