Altro che polemiche su Chiara Ferragni. L'istituzione guidata da Barbara Jatta ha commissionato a Laura Tonatto tre diversi profumi ambientali: servono a fissare idee, concetti e memorie durante la visita
Non potevano che essere i Musei Vaticani a mettere la parola fine alla pietosa polemica su chi e come abbia diritto di godere dell’arte e in quale modo, vestito come e perché, dunque è magnifico che a tre giorni dal post di Chiara Ferragni fotografata agli Uffizi accanto alla “Venere vivente” del Quattrocento, quella povera ragazza che rispondeva al nome di Simonetta Vespucci e che morì di tisi a 23 anni dopo essere stata debitamente sfruttata come pedina sessuale dalla sua avida e compromessissima famiglia, l’istituzione guidata da Barbara Jatta renda noto che, per la prima volta nella sua storia, museo e giardini avranno la loro linea di profumi d’ambiente. Detto per i puristi dell’arte che va goduta in silenzio e senza fastidiosi burini ciabattanti attorno, (questo perfino di fronte a dipinti propagandistici come per l’appunto La Venere del Botticelli o L’allegoria della Primavera, fatti per banchettarci davanti), i profumi d’ambiente sono quelle essenze contenute in vasetti di vetro o di ceramica e accessoriati di bastoncini di bambù o di legno dolce che il liquido imbibisce, al fine di favorire lo spargimento del profumo.
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