Viaggio attraverso il tempo, lungo le cicatrici di una città che ha sempre scherzato con la morte. Oggi i turisti stranieri la disertano, ma la ripartenza passa dalle tante eccellenze rimaste all’ombra di maxicuorn e megapizze
La pelle” di Malaparte doveva inizialmente chiamarsi la peste, ed è chiaramente il Baedeker e Google Maps per la città che conosce più infezioni forse al mondo: capoluogo infetto di nazione corrotta, Napoli è passata dalle pesti secentesche ai colera più moderni, una specie di parco a tema di infezioni e contagi, e poi però adesso è scampata miracolosamente al Covid: non ce n’è, Coviddi. Ma come è sopravvissuta la città, e come si riorganizza nell’estate post lockdown, nel delicato periodo di trapasso tra “tutti al mare” e “autunno caldo”, nell’estate senza stranieri e della riscoperta autarchica? Ecco il sopralluogo.
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