Bello fare le vasche sul lungomare (spettacolare) di Reggio Calabria: si vede la Sicilia e, ovvio, l’Etna (alcuni reggini lo ricordano meravigliosamente, fiabescamente imbiancato, come il Kilimangiaro o sfavillante, durate certe eruzioni). Sapete, poi, che state camminando ai bordi di una città poco raccontata, forse la meno raccontata d’Italia, sottoposta, per così dire alle catene di un certo immaginario, che va dai moti reggini del ’70 (su cui, e non solo per il cinquantennale, si è ripreso ai dibattere: la sinistra non ha capito, i media non hanno capito, però che giornate! Che momenti! Che orgoglio! ecc., e pochi ricordano i guai che un certo municipalismo causa all’Italia intera) ai fantastici Bronzi di Riace.
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