La notizia della chiusura di una rivista di idee, a quarant’anni dalla sua pubblicazione, è una notizia che interessa un piccolo circolo di affezionati. Però la morte a settembre di Le Débat (Gallimard editore) è stata annunciata da due testi in memoriam scritti dai fondatori, Pierre Nora e Marcel Gauchet, che sono utili per riflettere e capire il tempo in cui viviamo. Le Débat è, era, una rivista di idee e di analisi di tipo generalista, a spettro ampio di interessi e di stili, con una tendenza voluta come enciclopedica alla ricerca di un sapere non settoriale, non un fascicolo per esperti né una tribuna a disposizione di una causa. Il suo ambito politico fu dalla nascita (1980) pluralista, convergente verso il centro senza ortodossie liberali, senza dottrinarismi, aperto a quel che di buono esiste a sinistra e a destra. Nel paese classico delle idee e degli intellettuali, la Francia dei lumi dei salons e dei caffè, fu partorito un periodico di successo che non puntava all’egemonia di un gruppo, nel contesto vuoi della Guerra fredda vuoi degli scontri all’ombra del marxismo e dello strutturalismo, bensì a qualcosa di abbastanza nuovo: l’accoglienza sorvegliata e lo stimolo di analisi e opinioni di lungo corso, capaci di rifondare il concetto stesso di attualità e definire in modo inedito, e tutt’altro che neutrale, il perimetro in cui vivono diverse visioni e diversi modi di pensare presente passato e futuro. In quattro decenni il mondo si è globalizzato, come si dice, si sono trasformate le nozioni di individuo società e tecnica, economia diritto e politica, e il risultato, nelle parole definitive di Nora, è che “alla nostra offerta non corrisponde più una domanda”.
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