“Passavo e vedevo questa casa”, dice Albertone a Mike Bongiorno, in uno dei tanti video d’epoca esposti. Mike, con l’entusiasmo americano: “E’ una villa molto antica! Esisteva da quando lei era già bambino!”. Sordi, sordianamente: “Lo credevo un convento di frati”. Perché le tapparelle erano sempre chiuse. E sempre rimarranno, nella casa un po’ Chateau Marmont un po’ Vittoriale degli italiani che finalmente ha aperto al pubblico a Roma, in una grande mostra già visitatissima che casca a fagiolo con le celebrazioni per Roma Capitale (che sarebbero l’anno prossimo ma la Raggi si è portata avanti). Le tapparelle leggendarie chiuse, anzi socchiuse, solo a fare entrare un filo di luce erano da sempre, con l’attore in vita, attrazione che a Roma ti mostravano una volta giunto in città, monumento ufficioso all’Albertone nazionale e comunale.
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