Tornando da Venezia, dopo avere visto a Palazzo Grassi la magnifica mostra di Henri Cartier-Bresson “Le Grand Jeu”, avevo ancora negli occhi la bellezza incomparabile degli estranei incontrati per caso: i bambini di Madrid, Roma, Palermo, le suore a Lourdes, un vecchio eunuco a Pechino, un padre che solleva la figlia con una mano in Armenia, due prostitute ad Alicante, due ladri a Bruxelles. In treno ero ancora abbagliato quando ho avvistato un padre e un bambino in canottiera che si parlavano all’orecchio e si abbracciavano su una panchina della stazione di Padova. Istintivamente ho tirato fuori il telefonino e ho cominciato a filmare. Ne è venuto fuori un video di pochi secondi che, mentre il treno riparte, racconta una piccola storia: due persone in un momento in cui erano vive e vicine. L’ho postato sui social, provando un lieve senso di colpa. Sapevo di condividere un momento di intimità rubato, ma sentivo che quell’infrazione sarebbe stata un po’ meno grave che tenermi per me qualcosa di bello. Il video ha ricevuto molti like e commenti entusiasti.
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