Poeta, non icona Lgbt

Giulio Meotti

“Rimbaud non è una bandiera”. I biografi e chi lo vuole al Pantheon come “simbolo di diversità”

L’idea di traslare le spoglie dei poeti Arthur Rimbaud e Paul Verlaine al Pantheon di Parigi continua a dividere la cultura francese. Ci sono appelli a evitare l’istituzionalizzazione delle due figure letterarie, “ribelli” insofferenti al “sistema”. Le argomentazioni avanzate da un intero battaglione di ministri della Cultura, scrittori e intellettuali per Alain Finkielkraut sono “agghiaccianti”, ma per un altro motivo. Ovvero è l’idea, come recita l’appello di chi vuole portarli al Pantheon, che siano “due simboli di diversità. Hanno dovuto sopportare l’implacabile omofobia del loro tempo. Sono gli Oscar Wilde francesi”. “Due poeti unici e incomparabili vengono requisiti per canonizzare il matrimonio gay e porre fine al regno dell’‘eteronormatività’”, dice Finkielkraut al Figaro. “Che miseria! Che spudorata strumentalizzazione della letteratura!”. E chi lo dice “viene chiamato omofobo”.

 

È successo proprio ad Alain Borer, poeta e grande specialista di Rimbaud, che parla di “approccio inetto, ridicolo e pericoloso”. “Non entri al Pantheon a causa di un orientamento sessuale o per una richiesta di un attivista della diversità”. Borer è furioso per essere stato accusato da Frédéric Martel (ideatore della campagna di traslazione delle spoglie) di omofobia (“schifoso”). Borer parla di “una forma di terrorismo che impedisce di difendere una causa per paura di essere accusati di omofobia”. Anche lo scrittore belga Jean-Baptiste Baronian, autore di una biografia di Rimbaud e del “Dizionario Rimbaud”, è contrario all’ingresso al Pantheon dei due poeti per la loro omosessualità, “non inesistente ma che non è stata rivendicata da Rimbaud”.

 

Parlando al settimanale Marianne, altri due esperti di Rimbaud si dicono contrari. Sono Kristin Ross, professoressa di Letteratura alla New York University e studiosa di Rimbaud, e Denis Saint-Amand, direttore della rivista rimbaudiana Parade sauvage. “Non è vero che Verlaine e Rimbaud hanno sofferto per mano dello stato per la loro sessualità nella stessa misura di Oscar Wilde”, dice Ross. “E mentre la loro omosessualità ha indubbiamente giocato un ruolo importante nella loro esperienza sessuale, nessuno dei due ha avuto una vita sessuale esclusivamente omosessuale. La petizione li essenzializza”. E attacca l’“identitarismo contemporaneo che li presenta solo come omosessuali”.

 

Sull’Obs anche Pierre Jourde si scaglia contro questa catechizzazione identitaria. “Sempre di più è l’identità sessuale che va sottolineata a tutti i costi quando si parla di uno scrittore. Devi attaccarci sopra qualche bandiera. Metteremo Bernanos nella sezione ‘letteratura cattolica’ (e anche Verlaine, perché il cattolicesimo aveva indubbiamente un posto importante nella sua vita), Proust e Yourcenar nella sezione ‘Lgbt’. Ordinati, etichettati, così stiamo zitti, sappiamo una volta per tutte cosa significano”. Verlaine e Rimbaud erano omosessuali, ovviamente, scrive Jourde.

 

“Hanno scritto poesie erotiche omosessuali. Certamente. Ma non hanno alzato questa bandiera, non hanno rivendicato l’identità. Erano anche eterosessuali”. Verlaine era sposato e aveva un figlio, ha vissuto la fine della sua vita fra prostitute e Rimbaud avrebbe voluto avere figli. “È sempre la stessa logica di denuncia, di terrorismo intellettuale, sempre lo stesso comportamento disastroso da Guardie Rosse”, conclude Jourde. “Bene, signore e signori, ho l’onore di farvi sapere che tutto questo è omofobo!!!!!! Non so quanti punti esclamativi mettere qui”. Forse converrà davvero autodenunciarsi come bigotti prima di andare contro questa sessuomania.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.