"Mentre gridiamo ‘il pianeta è in fiamme’, la Cina sta conquistando la leadership tecnologica mondiale. In un momento in cui l’Europa dovrebbe mobilitarsi per fermare il declino industriale e scientifico, questo discorso quasi delirante è paralizzante e rischia di portarci fuori dalla storia"
Era il 1969 quando il leader del gruppo parlamentare laburista inglese, Douglas Houghton, sollecitava l’intervento dello stato per scoraggiare le nascite, riducendo l’assistenza e i sussidi alle famiglie numerose, mentre Lord Sorensen dichiarava: “Dobbiamo incoraggiare le sterilizzazioni”. Intanto Paul Ehrlich, biologo della Standford University e autore di “The population bomb”, in un simposio all’Istituto di biologia di Londra sul tema “L’optimum della popolazione per la Gran Bretagna”, prediceva povertà e carestie per l’Inghilterra: “Se fossi un giocatore, scommetterei alla pari che l’Inghilterra non esisterà più nell’anno Duemila e a dieci contro uno che il livello di vita dell’inglese medio sarà inferiore all’attuale”. Sono trascorsi cinquant’anni, l’aspettativa di vita in Inghilterra è aumentata di dieci anni e il tenore di vita ha subìto una trasformazione radicale. Eppure, l’idea che sia necessaria un’azione di decrescita della popolazione per ridurne l’impatto ambientale è ancora alla base di tutti i vagiti verdi antropofobici, compreso l’eco-fascismo dei due attentatori di Christchurch, in Nuova Zelanda, e di El Paso, in Texas.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE