Una volta su un milione, accade. Accade che chi ti dice “ho una storia perfetta che potrai trasformare in un romanzo” ce l’abbia veramente. Tuttavia, per raggiungere un esito felice, pare che debbano verificarsi contemporaneamente almeno tre condizioni. La prima: il propositore deve essere per lo meno Tony Raful, premio Nazionale di Letteratura 2014 in Repubblica Dominicana. La seconda: l’uomo a cui si rivolge dev’essere, come minimo, Mario Vargas Llosa. La terza: chi propone deve farlo di sorpresa, obbligando l’interlocutore ad ascoltare controvoglia, al termine di una di quelle cene infinite e formali che si prolungano oltre l’umana sopportazione di chi, pure, sguazza nelle occorrenze vaniloquenti, e deve agire proprio nel momento in cui il braccato, accodatosi a un drappello di fuggiaschi, se la sta svignando attraverso una porta che dà sulla strada.
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