È una prima in tempi Covid. Molte meno macchine, molte meno persone. Pochi vip e pochi fotografi. Le imperfezioni non mutano il giudizio su un’ottima prova musicale che va molto al di là della semplice performance
La stagione si è inaugurata. Come potrà proseguire è inimmaginabile vista l’imprevedibile situazione epidemiologica. Siamo tra gli ampi spazi dell’Auditorium di Renzo Piano dove riapre la Sala Santa Cecilia. Il tempio della musica romano prova a ripartire proprio quando a Milano, al Teatro alla Scala, rinviano la conferenza di presentazione della nuova stagione “in considerazione dell’evoluzione dell’epidemia e dell’incertezza del quadro normativo”. Per quanto tempo si andrà avanti è un mistero. Come si va avanti, ora, lo sa bene il pubblico che inizia a popolare ordinatamente viale de Coubertin. Quella di venerdì 16 ottobre è una prima in tempi Covid. Molte meno macchine, molte meno persone. Pochi vip e pochi fotografi. Pure gli anziani appassionati, quelli che non lasciano una sola nota al vento, sembrano meno numerosi. Più che agli abiti di gala si guarda alle mascherine. Di vario tipo. Le donne, quelle più à la page, le indossano coordinate alla borsa e alle scarpe. Tutto intorno grida la fragilità e la variabilità del momento. Anche il cielo alterna brusche piogge a sprazzi di luce pennellando arcobaleni che colorano i plumbei nuvoloni.
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