Ne "Il gusto di una vita" Iaia Caputo racconta la sua infanzia, la giovinezza, la maturità attraverso i sapori che ne hanno segnato le tappe. Un lessico famigliare fatto di odori e sapori. Prima che le cose cambino e il passato sia perso
Vorrei non dover fare la spesa; riempire e svuotare la lavastoviglie; vorrei non dover apparecchiare e anche mangiare, se sono da sola. E così faccio: il piatto è sempre più piccolo, il pasto veloce, frugale: la giornata costellata di tante piccole fami. Eppure ha ragione Iaia Caputo, che tanto sa di scrittura quanto di cucina: la memoria ha i suoi sapori. E i sapori parlano di condivisione, di accudimento, d’amicizia e d’amore: di tutto quello che in una vita è indimenticabile. Aveva ragione Clara Sereni, che è tanto presente all’autrice; aveva ragione nel dire che nella cucina, come nella vita, c’è come un bisogno di gesti di agio, di un odore di cura. C’è bisogno di “reinventare per non rimasticare, reinventare per non mangiarsi il cuore”.
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