Era la parola-virus dei mostri su Facebook. Ora è la metafora, o lo stile di vita, della nostra sicurezza. A scuola o con gli amici. Parole che cambiano, perché tutto è cambiato. Pure noi
I Flaming Lips sono un gruppo rock sgangherato e post psichedelico americano, ma il frontman Wayne Coyne, uno che aveva iniziato con la musica negli anni Ottanta rubando gli strumenti in una chiesa, ha avuto l’idea dell’anno: fare un concerto in presenza e Covid free mettendo se stessi e il pubblico dentro a bolle gonfiabili a grandezza umana. Ovviamente singole. Sicuri e distanziati. Nella bolla. E hanno fatto un concerto al Criterion di Oklahoma City, la loro città. Con un plus content di fantasia, per la performance avrebbero potuto provare un titolo ottimista e psichedelico: “Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bolla”. Tra virus, vaccini e (molte) balle, the bubble ci ha già cambiati e forse ci salverà.
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