Franceschini risponde alle critiche sulla chiusura di cinema e teatri

"Ho l'impressione che non si sia percepita la gravità della crisi", ha detto il ministro che chiede alle televisioni di investire sulla cultura. "Mi impegno affinché la chiusura sia la più breve possibile"

"Ho l'impressione che non si sia percepita la gravità della crisi, che non si sia percepito quale sia il rischio dei contagi in questo momento. Verrebbe da chiedersi perché quando sono stati chiusi i cinema e i teatri in marzo non c'è stata questa ondata di proteste. Forse non si è capito a che punto siamo". Il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini risponde con un video su Facebook alle proteste e alle critiche che gli sono state rivolte per la decisione di chiudere cinema e teatri. L'impegno del ministro, ha continuato, è quello di fare in modo che la chiusura "sia il più breve possibile" e per accompagnare il settore in questa fase, Franceschini ha ribadito il suo impegno a tutelare i lavoratori dello spettacolo, ricordando le risorse già stanziate con i precedenti provvedimenti.

 

 

"Bisognava intervenire subito. Avevamo il dovere di intervenire subito con le misure più drastiche possibili. La scelta è stata dettata dalla necessità di ridurre la mobilità", ha spiegato il ministro. "Mi assumo la responsabilità diretta di questo provvedimento", ha detto spiegando che "chi governa deve assumersi delle responsabilità. Ci deve essere un'assunzione di responsabilità collettiva e individuale".

 

"Ho scritto una lettera alle televisioni chiedendo loro, soprattutto quella pubblica, che ha il dovere di farlo essendo un servizio pubblico, ma anche alle altre, di dare più spazio alla cultura, di comprare spettacoli, trasmetterli, pagare i diritti, per aiutare la cultura non in modo simbolico ma in modo materiale".

 

A criticare Franceschini era stato anche Matteo Renzi nella sua enews. "Mi ha colpito che proprio il Ministro della Cultura abbia giustificato la chiusura dicendo che dobbiamo salvare vite umane. Io dico che certo, è vero, vogliamo salvare vite umane. Ma basta essere andati al cinema o al teatro, in queste settimane, per capire che non sono posti dove si rischia di morire, ma dove - anzi - si impara a vivere meglio"

Di più su questi argomenti: