Il regista teatrale romano ci racconta alcune delle grandi imprese di Proietti: la gentilezza, il Globe Theatre, le canzoni, l'underground romano degli anni Sessanta e anche quello di domani"
“Gigi Proietti non strillava mai. Durante le prove, quando doveva correggere un attore, spiegargli dove stava sbagliando o semplicemente riprenderlo, si alzava, saliva sul palco, e gli sussurrava all’orecchio. Era gentile sempre, con tutti, e questa delicatezza la usava perché, da attore, sapeva quanto fosse orribile e umiliante venire rimproverato dal regista davanti a tutti”. È la prima cosa che racconta al Foglio Francesco Sala, regista e attore teatrale, drammaturgo e studioso della scena romana indipendente, che di Proietti sa tutto, o almeno tutto quello che è possibile sapere. È stato suo ammiratore, poi allievo, poi amico, poi collaboratore. Oggi fa spettacoli in tutta Italia ed è uno degli animatori della scena teatrale romana indipendente, che Proietti ha sempre seguito e amato, perché da lì veniva, lì ha cominciato.
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