“Vivere sotto la protezione della polizia non è come stare in prigione, è vivere in modo diverso, con altri obblighi, una certa pesantezza, e si deve far sì che l’ambiente familiare non ne subisca le conseguenze… C’è un vantaggio: non ho più problemi di parcheggio, che a Parigi è un privilegio!”. Da quando in Francia il terrorismo islamico è tornato a colpire pesantemente – giornalisti di Charlie Hebdo esfiltrati di casa, la loro vecchia redazione colpita, il professor Samuel Paty decapitato e l’attacco di Nizza – la protezione attorno a Philippe Val si è intensificata. Sessantotto anni, sedici alla direzione di Charlie e poi altrettanti sotto scorta, Val è inserito in “Uclat 2”, il programma di protezione di cui beneficiano gli ambasciatori di Stati Uniti e Israele a Parigi.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE