Il suo volto, il suo nome e la taglia sulla sua testa sono ovunque nelle strade del Pakistan. A Karachi, a Rawalpindi, a Islamabad. Nei lampioni della luce, di fronte alle scuole coraniche, sotto i viadotti, nelle mura delle case, di fronte a edifici governativi e moschee. “E poi nelle scuole cristiane, alle fermate dell’autobus, fuori dalla Moschea Rossa e il ministero degli Affari religiosi”, racconta al Foglio il super ricercato del Pakistan. Il nome non è quello del leader di al Qaida, Ayman al Zawahiri, ma di Faraz Pervaiz, un cristiano accusato di blasfemia. “Gustakh-e-rasool ki aik hi sazaa. Sar tann se juda! Sar tann se juda”. E’ quello che si canta nelle strade del Pakistan alla volta di Pervaiz. “C’è solo una punizione per aver insultato il Profeta. Staccate la testa dal corpo! Staccate la testa dal corpo”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE