A 30 anni la sua camera da letto sembrava la tasca di un bambino. Poi l’idea delle facce colorate e la scoperta che una volta mescolate era quasi impossibile riportarle allo stadio iniziale. L'autobiografia di Ernoő Rubik, creatore di uno dei più celebri rompicapi
“Non ho inventato il cubo, l’ho scoperto. È tutto basato sulle potenzialità della fisica, sulle regole e la natura dello spazio: ho solo fatto emergere quello che già c’era”. A 76 anni, dalla sua casa di Budapest, Ernoő Rubik continua a interpretare il ruolo del dilettante, quello che, per dirla alla Savinio, può “guardare le cose dall’alto e con disinteresse… con amore leggero, con amore vaporizzato”. “Non mi reputo un professionista in alcun campo. L’amatore è motivato solo dall’amore per ciò che fa, gode per il processo di scoperta, mentre il professionista deve sempre pensare all’obiettivo”, spiega commentando il suo saggio autobiografico Il cubo e io (Utet).
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