Nel suo ultimo libro, Patrick Modiano procede su doppi binari: contrapposizione di passato e presente, vaghezza del ricordo e non meno vaga realtà. "Il nostro debutto nella vita", rievocando Beckett
La scrittura di Patrick Modiano è un’arma a doppio taglio, basti pensare a un suo titolo fra i più famosi e più belli, Nel caffè della gioventù perduta, che si può leggere: giovani che perdono se stessi o rimpianto per la giovinezza andata. Anche quando dal romanzo si sposta al teatro, come nel recente Il nostro debutto nella vita (Einaudi, 55 pp., 12 euro) Modiano procede su doppi binari, contrapposizione di passato e presente, vaghezza del ricordo e non meno vaga realtà. Jean ha vent’anni, vuole fare lo scrittore. Dominique, la ragazza di cui è innamorato, ha vent’anni e fa l’attrice. È il 19 settembre del 1966, è impegnata nelle prove del “Gabbiano” di Cechov.
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