C'era una volta il blog di moda Man Repeller, un invito a vestirsi per se stessi, seguendo il proprio gusto, a prescindere dagli sguardi esterrefatti dei passanti, in particolare degli uomini. Ma non era abbastanza "inclusivo". Dopo la sua defenestrazione mediatica, sull’onda del movimento Black Lives Matter, due ragazzel'hanno riportato in vita
Avete mai pensato di indossare un paio di calzine rosa con dei sandali gialli in camoscio con piume e swarowski? O un abito svolazzante con una stampa a limoni abbinato a una pelliccia in faux-fur a righe bianche e nere, magari con mocassini in velluto rosso e gambaletti grigi? Leandra Medine si. Ne ha scritto, lo ha postato e ha trasformato un esperimento di stile in un invito a vestirsi per se stessi, seguendo il proprio gusto, a prescindere dagli sguardi esterrefatti dei passanti, in particolare degli uomini. È così che è nato il sito “Man Repeller”, il cui nome è stato scelto alla luce dell’effetto repellente che molti trend amati dalle donne hanno sugli uomini (dagli occhiali da nerd soprannominati ironicamente da Medine “birth control glasses”, agli zoccoli muccati). Oggi, a dieci anni di distanza dalla creazione del suo blog personale, dopo aver toccato vette di popolarità, Leandra Medine è diventata l’ennesima icona da cancellare.
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