Franz Kafka – lo scrittore che più di qualsiasi altro, con un mazzetto di pagine, ha influenzato l’umanità inchiodandola per sempre al ritratto della propria insettificazione – usciva poco la sera, ma dedicò una delle due apparizioni pubbliche di cui si ha notizia alla lettura di ampi stralci di un romanzo che amava molto e che molto aveva a che fare con la sua sensibilità. “Non riesco a pensare a quest’opera senza essere travolto dalla commozione e dall’entusiasmo,” diceva. Insomma, l’inventore dell’uomo che aspetta invano davanti alla porta della Legge ammirava incondizionatamente la storia dell’uomo che la porta di quella Legge decide di buttarla giù: stiamo parlando di “Michael Kohlhaas” (Fazi, pag. 124, euro 17), romanzo di Heinrich von Kleist ispirato a un fatto di cronaca accaduto in Germania nel sedicesimo secolo.
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