"Senza una cultura dominante, l'integrazione non è possibile", ci dice il sociologo sotto scorta. Lo proteggono sette poliziotti. "Sono venuto in Europa per esprimermi senza paura. Ora anche qui vivo in una prigione per aver detto quello che penso. Cosa è andato storto?"
I suoi libri lo hanno reso famoso e gli hanno portato un vasto successo di pubblico, ma gli hanno attirato anche molto odio e molte minacce. Vive sotto la protezione permanente della polizia da sette anni dopo che le fatwe islamiste ne hanno invocato la morte violenta. Ora il sociologo egiziano Hamed Abdel-Samad ha pubblicato un nuovo libro, Aus Liebe zu Deutschland, per amore della Germania, un bestseller diverso da tutti i suoi precedenti lavori, come Il fascismo islamico (in Italia per Garzanti), dove spiegava che l’islam soddisfa i quattordici punti dell’Ur-Fascismo di Umberto Eco. Il nuovo libro è più “tranquillo”, più conciliante, più ottimista, ma di un ottimismo intinto nel realismo di chi non rifugge la realtà. Abdel-Samad compie il lavoro di un bravo terapista. Mette le società europee sul lettino dello psicoanalista, le invita a una maggiore riflessione su se stesse, pone loro le domande che fanno pensare chiedendo di avere maggiore fiducia nei rispettivi valori. Il libro è un forte appello per il suo paese di adozione, la Germania, e per le sue libertà.
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