L’attacco al deputato europeo di Orbán e Salvini, novello Tartufo, perché la sua devozione alla famiglia naturale è insincera. Pascal, al contrario di quanto poi farà l’ateo e relativista Molière, irrideva la falsa devozione in nome della vera
Serra attacca il deputato europeo di Orbán e Salvini e compagnia perché la sua devozione alla famiglia naturale è insincera, infatti appena si sente triste e solo, una sera a Bruxelles, bussa a un club di soli uomini e s’impegna in un’orgia fra ubriachi. Sembra un argomento morale che fila, ovvio addirittura, invece è un trucco vecchio come il mondo, da parte di soi-disant libertini e atei, quello di attaccare la falsa devozione per affermare che nessuna devozione è possibile, non esistono modelli morali o naturali, tutto è relativo, tutto è interpretazione. Non credono nella predica, la rivalutano in apparenza solo quando il predicatore la trasgredisce. Molière inventò questa cabbala etica paradossale con il suo Tartufo, commedia immortale in cui è ritratto un falso devoto. Molière era ateo, irridente, un genio poetico e comico che credeva nella mondanità del mondo e si faceva beffe, come nel Don Juan, della trascendenza, del divino, della morale. Quando Don Juan è punito per le sue trasgressioni con l’inferno, il suo servo tutt’altro che sciocco, Sganarello, commenta la perdita con cinismo: “Ah, la mia mesata, il mio salario!”.
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