Con uno spettacolo per la tv, realizzato in due sole settimane, il teatro si è fatto popolare ed è entrato nelle case dei telespettatori raggiungendo il 14,7 per cento di share. Il racconto della serata, con le voci migliori e quelle fuori luogo
Duemilioniseicentottomila spettatori, pari al 14,7 per cento di share. Ricalibrati sull’anno scorso, quando la Prima si tenne di lunedì e alle 18, per il Teatro alla Scala e per Rai che l’ha diffusa su Raiuno si tratta di un ottimo risultato. Mancano ancora i dati dei collegamenti social e sulle piattaforme online, straniere e italiane, compresa dunque Raiplay. Abbiamo trascorso una serata scaligera eccentrica, di logistica e architettura dettata dal Covid (noi, dopo averne dato ampia lettura in anteprima sul Foglio di lunedì 7, alle 16.45 abbiamo preso posto con un’altra trentina di ospiti criticanti su una poltroncina che, a occhio e croce, doveva essere stata un secondo violino, leggio compreso); non la dimenticheremo per molti motivi, il primo dei quali è l’orgoglio – orgoglio da italiana, oh yes, e da milanese, oooohhh yes – per la macchina organizzativa della Scala.
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