Il tempo è strano, lo sono anche gli instant book. Solo un anno fa, un libro come “La peste e la stampa” sarebbe andato in mano solo agli studiosi di storia veneziana, specializzazione XVI e XVII secolo. Cronache cittadine e del contado, su una tragedia che si pensava scomparsa, perlomeno nel primo mondo. Ricordate, no, quando stavamo a fare i calcoli nel segreto nella cameretta? Niente fumo, niente grassi, niente alcol, niente zucchero: ognuno aveva la sua bella percentuale di riduzione del rischio di ammalarsi, che in base al pensiero magico si sommava alle altre. Fatto cento si era immortali. Oggi “La peste e la stampa” (curato da Sabrina Minuzzi e stampato lo scorso Natale da Marsilio in “1100 copie non venali”, quindi ringraziamo per l’omaggio) è una curiosa lettura sulle epidemie che furono.
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