Quando cinque anni fa l’Isis ha rapito in massa centinaia di cristiani assiri ad Hassaké, il professor Joseph Yacoub ha subìto un doppio trauma. Personale, perché viene da Hassaké, una cittadina cristiana della Siria. E perché è un assiro. Come i cristiani condannati al genocidio dai turchi nel 1915 assieme agli armeni, su cui Yacoub ha scritto molti libri. Passato e presente si intrecciano, incessantemente, nelle parole di questo famoso docente all’Università cattolica di Lione, primo titolare della cattedra Unesco “Memoria, culture e interculturalità” e fra i massimi specialisti al mondo delle minoranze cristiane. Quando le forze azere e turche hanno conquistato i territori del Karabakh armeno, evangelizzato da Bartolomeo e Taddeo, due dei dodici apostoli, Yacoub si è sentito in dovere di scrivere sul Figaro: “C’è stato un tempo in cui c’erano comunità cristiane in questo paese. Quel tempo è finito”.
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