"La prefazione di un libro potrebbe essere considerata il suo parafulmine”, scriveva Georg Christoph Lichtenberg, scienziato e filosofo tedesco con un certo gusto per la satira. I suoi esperimenti nelle scienze naturali gli avevano peraltro insegnato che il parafulmine è utilissimo e insostituibile: “Che nelle chiese si predichi non rende inutili i parafulmini su di esse”. Non è dato sapere cosa pensasse delle epigrafi: le citazioni che precedono un romanzo, e suggeriscono che lo scrittore è personcina colta, a volte spiritosa, capace di scegliere – tra le letture che hanno rischiato di fagli venire la gobba – qualche riga che ne colga l’essenza. In un libretto francese – “Epigraphes”, da Seuil – Elsa Jonquet e Patrick Mosconi ne raccolgono parecchie. Le paragonano a “sentinelle che stanno a guardia di un testo”.
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