Le piccole avventure, e disavventure, di un lettore comune: curioso e interessato a molte cose, per capire le quali però non dispone della preparazione sufficiente. Riflessioni sull'editoriale di Limes
Parlo delle solite, piccole avventure e disavventure di un lettore comune, curioso e interessato a molte cose, per capire però le quali non dispone della preparazione sufficiente. Gli intellettuali “generalisti” e pressoché tuttologi non esistono più; se la cavano a malapena, con qualche trucco terminologico, i professori di filosofia che si fingono ma non sono filosofi come erano Aristotele o Bruno o Leibniz. Già nel secolo scorso, lo sviluppo delle scienze sia naturali che sociali li aveva messi con le spalle al muro: i maggiori, i veri filosofi del Novecento sono stati Freud, Weber, Einstein, più che Bergson, Croce e Husserl. Oggi le specializzazioni, con relativi linguaggi e gerghi, sono tali da rendere sempre più difficile non solo trasmettere conoscenze ma anche semplici informazioni. Non siamo in grado di capire i fisici, i cosmologi, i biologi, ma neppure gli ecologisti e gli economisti.
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