E’ l’unico spazio della casa dove i grandi si fanno piccoli. Umberto Saba ripeteva che tutto il suo intero “Canzoniere” non valeva la “cucina” della moglie (e soprattutto le polpette). Ippolito Nievo, nelle sue “Confessioni di un italiano”, se ne era inventata una, quella del castello di Fratta, che definiva più solida sia “del Duomo di Milano e del Tempio di San Pietro”. Esagerato! In un giornale con il termine “cucina” si indica l’ufficio centrale dove si smembrano articoli (un po’ come le interiora), si friggono le “brevi”, si bruciano le virgole, si dimenticano refusi; un po’ come si dimentica di mettere il sale nella pentola. Entrare in cucina è un privilegio.
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