Già Ivano Fossati omaggiò la pianura attraverso le ragazze di Milano che ne hanno il passo (passo che “è bello da vedere / che è bello da ricordare”; annoso tormento: ma davvero “fin da Alessandria si sente il mare”?). Poi venne Mirko Volpi, che col bellissimo Oceano padano offrì uno dei contributi più significativi raccontandoci l’ethos della provincia Pavia-Lodi-Cremona (“il vero abitante dell’Oceano padano non ama il mare salato, non lo capisce. “Cosa me ne faccio?”, pensa davanti a quella spaventosa massa dal colore estraneo, dall’odore sospetto, che al posto di scorrere, rifluisce, ripiega lamentosamente su se stessa e fa avanti e indietro senza costrutto sulla riva.”) Ci mise un’osservazione pertinentissima anche Guido Piovene, il quale, dopo aver viaggiato per l’Italia, scrisse che i lombardi, “uomini pratici, non sempre si accorgono della speciale bellezza del loro paese, e infatti non lo decantano, preferendo trovarlo più comodo che poetico”, e aveva più ragione di tutti.
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