Venezia compie 1600 anni: cosa resta della città di allora?
Tra mito e realtà, in cinque luoghi di oggi: itinerario di una fondazione
Trono in pietra, V secolo, oggi situato di fronte alla chiesa di Santa Fosca a Torcello (foto: Città metropolitana di Venezia)
Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli, XIII secolo: pianta originaria del VII secolo (foto: Wikipedia)
Veduta absidale del duomo di Murano, 1140 circa. La chiesa fu fondata nel VII secolo (foto: Wikipedia)
Particolare della facciata di San Giovanni in Bragora, fondata nell'828-829 come la ben più nota basilica di San Marco (foto Wikipedia)
Chiesa di San Giacométo, XII secolo: secondo il manoscritto del Chronicon Altinate fu consacrata il 25 marzo 421 (foto: Wikipedia)
25 marzo 2021. Venezia celebra i suoi 1.600 anni ab urbe condita, in ideale continuità con il patrimonio romano imperiale e bizantino. Questo vuole la tradizione. Nei prossimi mesi seguiranno eventi, mostre e manifestazioni per tutta la città d’acqua. Ma cosa resta oggi della prima Venezia? Il processo di insediamento stanziale in laguna è stato in realtà graduale e secolare. E la leggenda si è spesso incrociata con la storia: risale a quel V secolo la scranna in pietra tuttora nota come ‘trono di Attila’, ma appartenuta al magister militum dell’epoca nell’isola di Torcello. Fu tra i primi centri urbani insulari, da cui sarebbe scesa la futura popolazione veneziana. Con tracce tangibili solo a partire dal VII secolo: le antiche fondamenta del duomo di Murano e quelle della chiesa di San Nicolò dei Mendicoli, nell’attuale sestiere di Dorsoduro. Mentre la chiesa di San Giacométo a Rialto, consacrata secondo le cronache in quel 421, sarebbe invece di circa 800 anni più recente. Ma perché resettare la festa? Lo insegna il Natale.
Universalismo individualistico