(Lapresse)

“Puglia e Sud in ginocchio tra sanità surreale e i guai dei virologi da talk”

Michele de Feudis

Quattro scrittori pugliesi offrono uno sguardo meridiano sulla gestione della pandemia. Parlano Gaetano Cappelli, Andrea Di Consoli, Gabriella Genisi e Angelo Mellone

La pandemia vista da Sud è una sequenza vorticosa di immagini con il ministro della Salute Roberto Speranza, il governatore  pugliese Michele Emiliano e il suo assessore Pier Luigi Lopalco divenuti volti iconici di una Italia che si arrampica sul piano inclinato della lotta al Covid. Questa osservazione emerge dal dialogo con quattro scrittori meridiani, che al Foglio consegnano pensieri non filtrati e diretti. 


Gabriella Genisi, reduce dalla trasposizione televisiva delle avventure della sua Lolita, interpretata da Luisa Ranieri, sulla Rai, spiega il contrappasso che si vive in Puglia: “Questa terra è stata una isola felice l’estate scorsa. Allora invitavamo tutti a venire in vacanza per i contagi bassi. Credevamo di avere una carta vincente, il professor Lopalco, assessore di grande competenza. Non sempre però la competenza scientifica aiuta dove servirebbe più un manager d’azienda. E così i dati della regione sono arrivati ad essere evidenziati in negativo perfino dal Financial Times. Questo asso nella manica si è rivelato una carta falsa”.

 

Per questo “assolve” il governatore: “Emiliano? Ha creduto di puntare sul cavallo giusto, l’epidemiologo… E sulla scuola ha disobbedito al governo, confortato da numeri da paura: non appena si riaprivano gli istituti risalivano i contagi. Poi certo, abbiamo visto posti ospedalieri solo sulla carta, e anche istituzioni distratte dalla campagna elettorale in estate…”. La Genisi si dice invece “rassicurata” da Speranza: “Mi è  sembrato equilibrato. Ora in Italia le cose non vanno male, mentre in Puglia siamo da un mese e mezzo in zona rossa fino al 30 aprile. Spero che questa estate Emiliano non reiteri l’invito a venire a passare le vacanze sulle nostre coste. Gli ospedali sono allo stremo. Da zona rossa alle fronte di turisti? Un azzardo”. L’ultima battuta: “La mamma di Lolita, Nunzia, ha fatto il vaccino? La sta accompagnando la figlia”, sorride…

 

Confuta antiche figure retoriche ricorrenti Angelo Mellone, scrittore e vicedirettore di RaiUno, nelle librerie con il romanzo laico “Nelle migliori famiglie”: “La Puglia sconta un vecchio retaggio vendoliano. Il suo grande merito e la sua colpa: ha accreditato una immagine della Puglia bellissima, California del Sud, agevolata da paesaggi mozzafiato, ma che vive la contraddizione di essere percepita come un posto dove si fa solo turismo”. E aggiunge con precisione chirurgica: “La sanità, da quello che portano le cronache, è surreale più che reale, in un momento in cui abbiamo introdotto termini, aberranti, nel lessico quotidiano come assembramento, distanziamento, pandemia, coprifuoco”.

 

Per Mellone Speranza “non è il ministro della paura degli spettacoli di Antonio Albanese, ma quello “del timore”, anche per il buon senso. “Se fa freddo, allora non esco”. Sembra un personaggio di Peppino De Filippo, quello delle piccole precauzioni”. “Emiliano e Lopalco? Il governatore pugliese – sentenzia – è più da letteratura che da politica; l’epidemiologo fa parte di una nuova dinastia di opinionisti, che scambia l’arena mediatica per un convegno”. La chiosa finale: “I virologi sono “policy-makers”, influenzano le politiche pubbliche, producono giustamente una cacofonia che starebbe bene in un dibattito scientifico, ma in un eterno talk creano solo panico e sconcerto”.

 

Nessuno sconto al neostatalismo sanitario arriva da Andrea Di Consoli, scrittore, consulente di Rai fiction, autore del documentario “Mater Matera”: “Sono uno “speranzologo”. Dal punto di vista sanitario non ho strumenti per giudicare. Nel Sud ci sono debolezze ataviche e nella sanità sono da imputare al clientelismo con cui è stato amministrato il settore. In alcune regioni il fenomeno è più forte, come in Calabria e Campania, in Basilicata e Puglia è meno forte, ma sempre presente”. Eppure c’è stato anche chi ha pagato a duro prezzo la tensione riformista: “Non mi dimentico che in Puglia c’è stato un governatore come Raffaele Fitto odiato da tutti perché voleva razionalizzare il sistema degli ospedali. E per questo fu aggredito fisicamente a Terlizzi…

 

C’è qualcuno che ha provato a fare qualcosa di serio. Il tema è questo: meno economia di mercato c’è, più la politica diventa dominus e la sanità diventa colabrodo e spazio di welfare per assegnare posti”. Tornando a Speranza, per Di Consoli, l’esponente Mdp è il nuovo volto della sinistra: “Speranza, cresciuto sotto l’ala politica di Filippo Bubbico, non costruisce il consenso sulla filiera corta. E’ più di Vendola, Loiero, Crocetta o Bassolino: Speranza ha capito che la piccola borghesia italiana, gli impiegati e i pensionati, un blocco sociale di 25milioni refrattario a rischio e mercato, ha bisogno di compattarsi intorno a rassicurazioni sanitarie”.

 

“ E' l’alter ego di Matteo Salvini", argomenta ancora: "Il leader della Lega garantiva sicurezza rispetto agli immigrati, Speranza ha preso la vicenda securitaria sul terreno sanitario, è il riferimento di questa parte del paese che si riconosce in una ipocondria piccolo-borghese. Salvini rispetto a Speranza è un dilettante. Il centrodestra lo ha scoperto tardi”. Il progressismo sanitario? “E’ la nuova prospettiva della sinistra che ha perso operai e classi dirigenti liberali, ma ha trovato il terreno di una nuova egemonia: ipocondria, sanità pubblica e controllo dei corpi. Questa nuova ideologia si salda in una quadra dove si ritrova neocomunismo, questione  meridionale e ostilità al liberalismo”. Uno sguardo alla Puglia: “Emiliano e Lopalco? Sono terze file rispetto all’egemonia di Speranza. Non hanno capito la subdola e feroce strategia gramsciana del ministro della Salute, il nuovo leader della sinistra che compatta il blocco statalista intorno alla paura della malattia”.

 

Gaetano Cappelli, scrittore celiniano, autore del romanzo “Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo” ambientato sulle colline tra Puglia e Basilicata: “Ha appena fatto la seconda dose di Pfizer, mi sento un po’ “vaccinato””. E puntualizza dall’osservatorio di Potenza: “Emiliano e Lopalco mi fanno venire in mente il Gatto e la Volpe. Il governatore pugliese ricorda quei condottieri un po’ tromboneschi, che promettono una visione che poi non solo non hanno ma che si materializza con risultati scarsi. Lopalco sembrava persona affidabile, lo sarà senz’altro, ma non so se si è fatto trascinare da Emiliano… Sai… Parlare e fare lo scienziato è una cosa… poi portare le proprie capacità e la propria scienza sul terreno dell’applicazione è altro… La Puglia sta messa male, come tutta Italia. Non mi aspettavo questo epilogo un po’ comico, calcolando la prosopopea dei protagonisti. La Puglia è tra le peggio messe”.

 

Cappelli cesella il ritratto di Speranza: “Ha la mitezza dei lucani. La sua prudenza è una virtù preziosa… mentre gli scienziati si contraddicono, dall’inizio. Da vecchio trapiantato di cuore, la mascherina la usavo già dopo l’operazione, ma qualche sapientone la sconsigliava… Adesso sappiamo che è molto difficile infettarsi all’aria aperta, ma fino a poco fa ci raccomandavano di non uscire… Tra tutti questi scatti in avanti e dietrofront, il ministro fa bene non scomporsi". “La sanità a Sud? Non illudiamoci – argomenta ancora – con i proclami alla De Luca. Con i numeri di Milano, a Napoli avrebbe chiamato i monatti. Il Nord ha perso la nomea di buona sanità, il Sud non l’ha mai avuta". Lucano è anche il generale Francesco Paolo Figliuolo: “Mi fanno più paura i pepli di Michela Murgia, la sacerdotessa della sharia d’occidente che è il politically correct, che la sua divisa, per me rassicurante”, puntualizza sorridendo Cappelli, prima di congedarsi con un “arrivederci sulle terrazze del Libro possibile di Polignano”.

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